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Manterrò per precauzione, per non cadere in qualche partito della regina.
Era veramente a malincuore che Athos prendeva tutte quelle cautele, ma Aramis gli aveva fatto comprendere molto giudiziosamente, che essi non avevano il diritto di essere imprudenti, che essi erano incaricati, da parte del re Carlo, d'una missione suprema e sacra, e che quella missione ricevuta ai piedi del patibolo non si compirebbe che ai piedi della regina.
Athos quindi cedette.
Nei sobborghi ! nostri viaggiatori trovarono buona guardia, tutta Parigi era in armi. La sentinella rifiutò di lasciar passare i due gentiluomini, e chiamò il sergente.
Il sergente uscì tosto, e prendendo tutta l'importanza che hanno l'abitudine di prendere i borghesi, quando hanno l'onore d'essere investiti d'una dignità militare, domandò:
— Chi siete voi signori?
— Due gentiluomini, — - rispose Athos.
— Donde venite?
— Da Londra.
— Cosa venite a fare a Parigi?
— A compiere una missione presso Sua Maestà la regina d'Inghilterra.
— Perdinci! tutti quanti dunque oggi vanno dalla regina d'Inghilterra ! — rispose il sergente. — Abbiamo già al posto tre gentiluomini di cui stiamo visitando i passaporti, i quali vanno da Sua Maestà. Dove sono i vostri?
— Noi non ne abbiamo.
— Come, non ne avete?
— No, noi arriviamo dall'Inghilterra come vi abbiamo detto; noi ignoriamo completamente come vadano gli affari politici, avendo lasciato Parigi prima della partenza del re.
— Ah ! — disse il sergente con aria maliziosa, — voi siete M.azariniani, vorreste entrare presso di noi per spiarci.
— Mio caro amico, — disse Athos, che aveva lasciato fino allora ad Aramis la briga di rispondere, — se noi fossimo di Mazarino, avremmo al contrario tutti i passaporti possibili. Nella condizione che siete voi, credete a me, diffidate sopra tutto di coloro che sono perfettamente in regola.
y— Entrate nel corpo di guardia, — disse il sergente; — voi esporrete le vostre ragioni al capo posto.
Fece un segnale alla sentinella, e questa lasciò il passo;
Dumas. Venti anni dopo. — IH
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