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me; lasciate quei signori che vadano verso la Normandia, e noi, per la strada più breve andiamo a Parigi.
_ S6 c, pigliano strada facendo, come .faremo ad avvisarci mutualmente di questa catastrofe? — domandò
Aram^ ^ facile, — rispose d'Artagnan; — fissiamo un itinerario, dal quale non devieremo. Portatevi a San Valéry, poi a Dieppe, indi seguite la strada diritta da Dieppe a Parigi ; noi seguiremo la via di Abbeville, Amien6, Péronne, Compiègne e Seulis, e in ogni albergo, in ogni casa che ci fermeremo scriveremo sul muro colla punta di un coltello, o sul vetro colla punta d'un diamante, un indizio che possa guidare le ricer'che di coloro che saranno liberi.
— Oh, mio amico, — disse Athos, — come ammirerei le risorse della vostra mente, se non mi arrestassi per adorare quelle del vostro cuore!
E stese la mano a d'Artagnan.
— Come, la volpe ti par che abbia genio, Athos? —• disse il Guascone, alzando le spalle. — No, sa rubare le galline, deludere l'attenzione dei cacciatori e trovare la sua strada di giorno come di notte, ecco tutto.
— Va bene, avete finito?
— Ho finito.
— Allora, dividiamo il denaro, — riprese d'Artagnan, —devono restarci circa duecento doppie. Quante sono, Grimaud?
— Centottanta mezzi luigi, signore.
— Va bene. Ah ! evviva ! ecco il sole ! Buongiorno, amico sole ! Benché tu non sia lo stesso della Guascogna, io ti conosco o faccio mostra di riconoscerti. Buon giorno ! Era un bel pezzo che non ti vedevo.
— Suvvia, suvvia, d'Artagnan, non fate lo spirito forte, avete le lagrime agli occhi. Siamo sempre schietti tra di noi, questa franchezza deve lasciar vedere le nostre buone qualità.
— Sì, ma voi credete, Athos, che si lascino così freddamente in un momento che non è senza pericoli, due amici come voi ed Aramis? — disse d'Artagnan.
< — No, — disse Athos ; — perciò venite nelle mie braccia, figlio mio !
Perdio ! — disse Porthos singhiozzando, — mi pare di piangere; è proprio da sciocchi!
Ed i quattro amici si gettarono gli uni nelle braccia degli