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— Allora tagliate la gomena e venite.
Athos trasse un pugnale acciaiato dalla cintola e taglio la corda • la feluca s'allontanò ; la barca rimase stazionaria, senz'altro movimento che quello che imprimevano le onde.
_ Venite, Athos! — disse d'Artagnan.
E tese la mano al conte de La Fere, che prese posto a sua volta nel battello.
_ Era tempo, — disse il Guascone, — e voi starete pei
vedere qualche cosa di interessante.
LXXVITI.
Fatalità.
Infatti d'Artagnan aveva appena terminato quelle parole che un fischio breve risuonò sulla feluca, che cominciava ad inoltrarsi nella nebbia e nell'oscurità.
— Questo, come voi ben comprenderete, vuol dire qualche cosa, — disse il Guascone.
In quella si vide una fiammata sorgere sul ponte disegnando vaghe ombre a poppa.
Improvvisamente un grido terribile, di disperazione attraversò lo spazio; e come se quel grido avesse cacciato le nubi, il velo che nascondeva la luna si diradò e si vide disegnarsi sul cielo argentato d'una pallida luce, la grigia velatura ed i cordami neri della feluca.
Delle ombre correvano perdute sul naviglio, e dei gridi lamentosi accompagnavano quelle passeggiate insensate.
In mezzo a quei gridi, si vide comparire, sul coronamento di poppa, Mordaunt con una torcia in mano.
Quelle ombre che correvano smarrite sul naviglio, erano Groslow, che all'ora indicata da Mordaunt, aveva radunato i suoi uomini; mentre che costui, dopo aver ascoltato alla porta della cabina se i moschettieri dormivano sempre, era disceso nella stiva rassicurato dal silenzio. Infatti, chi avrebbe potuto sospettare ciò che stava per accadere?
Mordaunt perciò aveva aperto la porta ed era corso alla miccia; coli'ardore di un uomo assetato di vendetta e sicuro di sè come coloro che Dio acceca, aveva dato fuoco allo zolfo.