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_ Cavaliere, — gli disse, — alzatevi e non fate il minimo rumore. .
Aramis 6Ì svegliò. D'Artagnan gli ripete l'invito stringendogli la mano. Aramis ubbidì.
_ Avete Athos alla vostra sinistra, — diss'egli, — avvertitelo com'io ho avvertito voi.
Aramis svegliò facilmente Athos, il cui sonno d'ordinario era leggero come è generalmente quello di tutte le per-sono esili e nervose; ma ebbero maggior difficoltà a svegliare Porthos. Stava per domandare le cause e le ragioni di quella interruzione del suo sonno, che gli pareva molto spiacevole, quando d'Artagnan, per tutta spiegazione, gli mise la mano sulla bocca.
Allora il nostro Guascone allungando le braccia e tirandolo a se, chiuse nel loro cerchio le tre teste dei suoi amici, in modo che quasi si toccassero.
— Amici, — diss'egli, — noi dobbiamo immediatamente abbandonare il battello, altrimenti moriamo tutti.
— Ohibò ! — disse Athos, — ancora ?
— Sapete chi era il capitano del bastimento?
— No.
— Era il capitano Groslow.
— Groslow! — fece Aramis, — diavolo!
Un fremito dei tre moschettieri apprese a d'Artagnan che il suo discorso stava per fare qualche impressione sui suoi amici.
— Chi è mai colui ? — domandò Porthos, — io non me lo ricordo più.
— Quello che ha rotto la testa a Parry, e che s'appresta ora a rompere la nostra.
— Oh bella !
— Ed il suo luogotenente sapete chi è?
— Il suo luogotenente? non ne ha, — disse Athos. — Non c'è luogotenente in una feluca montata da quattro uomini.
— 'Sì, ma il signor Groslow non è un capitano come gli altri, egli ha un luogotenente, e questo luogotenente si chiama Mordaunt.
Stavolta più che un fremito, s'udì quasi un grido tra i moschettieri. Quegli uomini invincibili erano aggiogati dalla potenza misteriosa e fatale che quell'uomo esercitava su di essi, e provavano del terrore solo a sentirne pronunciare il nome.
— Che fare? — disse Athos.