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Venti anni dopo (volume 3)
Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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— Ili — •
Ingraziando il padrone con un cenno del capo, ritornò jja stanza d'onore, dove erano i suoi amici. Porthos non ^veva trovato nulla, a quanto sembrava, o se aveva trovato alche cosa, la fatica aveva vinto l'appetito, e sdraiato gUl suo mantello, dormiva profondamente quando d'Ar-tagnan rientrò.
Athos ed Aramis, cullati dal movimento molleggiante dell© prime ondate del mare, cominciavano pure a chiuder gli occhi; essi li riaprirono al fracasso che fece il loro com-
__Che c'è? — disse Aramis.
__ Va tutto bene, — disse d'Artagnan, --e possiamo dormire tranquilli.
A questa assicurazione, Aramis lasciò ricadere la testa; Athos fece un segno d'affetto colla sua; e d'Artagnan, che, come Porthos, aveva ancor più bisogno di dormire che di mangiare, congedò Grimaud e si sdraiò nel suo mantello colla spada sguainata, in modo che il suo corpo sbarrava il passo e che era impossibile entrare nella stanza senza urtarlo.
LXXVI.
Il vino di Porto.
In capo a dieci minuti, i padroni dormivano, ma non era così dei servi, affamati e sopratutto assetati.
Blaisois e Mousqueton si accingevano a preparare il loro letto, che consisteva in una tavola e in una valigia, mentre su d'una tavola sospesa come quella della camera vicina si dondolavano al rullio del mare, un boccale da birra e tre bicchieri.
— Maledetto rullio ! — diceva Blaisois. — Io sento che sta per riprendermi il mal di mare come nel venire.
— E dire che non c'è per combattere il mal di mare se non del pane d'orzo e del vino di luppolo ! che nausea ! — rispose Mousqueton.
Ma la vostra bottiglia di vimini, signor Mousqueton, domandò Blaisois, che aveva terminato di prepararsi il letto e che s'appressava traballando alla tavola davanti

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