Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 3) ', Alessandro Dumas (padre)

   

Pagina (109/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (109/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 107 —
   Un leggiero scoppiettio della lingua contro i denti tradusse ad Athos le inquietudini del Guascone.
   —- Noi non abbiamo tempo da diffidare, — disse Athos, __la barca ci aspetta, entriamo.
   — D'altra parte, — disse Aramis, — chi ci impedisce di diffidare e di entrarvi lo stesso? Si sorveglierà il padrone.
   — E se non riga diritto, lo ammazzerò; ecco tutto.
   — Ben detto, Porthos, — riprese d'Artagnan. — Entriamo dunque. Passa, Mousqueton.
   E d'Artagnan fermò i 6uoi amici, facendo passare i servi per primi perchè provassero la tavola che conduceva dalla gettata alla barca.
   I tre servi passarono senza inconvenienti.
   Athos li seguì, indi Porthos, poi Aramis. D'Artagnan passò per ultimo, sempre continuando a scuotere la testa.
   — Che diavolo avete dunque, amico mio? — disse Porthos ; — parola d'onore, voi fareste paura a Cesare.
   — No, — rispose d'Artagnan, — che io non vedo su questo porto nè ispettore, nè sentinella, nè gabelliere.
   — E poi lamentatevi, tutto va per il nostro meglio.
   — Tutto va troppo bene, Porthos. Alla fine non importa, confidiamo in Dio.
   Appena la tavola fu ritirata, il padrone sedette al timone e fece segno ad un marinaio, che, armato d'un gancio da lancia, cominciò a manovrare per uscire dal dedalo di bastimenti, in mezzo al quale la barca era intrigata.
   L'altro marinaio stava già a babordo, col remo in mano.
   Appena poterono servirsi dei remi, il suo compagno venne a raggiungerlo, e la barca cominciò a filare più rapidamente.
   — Finalmente partiamo! — disse Porthos.
   — Ohimè! — rispose il conte de La Fère, — partiamo da soli!
   — Sì, ma partiamo tutti e quattro insieme, e senza una scalfittura; è una consolazione.
   — Non siamo ancora arrivati, — rispose d'Artagnan, — attenti agli incontri!
   — Via, mio caro, — rispose Porthos, — voi 6Ìete come i corvi! cantate sempre disgrazia. Chi potremo mai incontrare in questa notte cupa, in cui non ci si vede a cento passi di distanza?
   — Sì, ma domattina? — rispose d'Artagnan
   — Domattina saremo a Boulogne.
   —- Lo auguro di tutto cuore, — disse il Guascone, —- o