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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 90 — .
   la lampada dal soffitto ; coll'aiuto di questa fece chiaro
   sulla seconda. .
   Athos ed Aramis comparvero alla porta, che richiusero
   ° Favorite sedervi, — disse d'Artagnan, presentando la sedia al giovane. _
   Questi prese la sedia dalle mani di d'Artagnan e si sedette, pallido ma calmo. A tre passi di distanza Aramis avvicinò tre sedie per se, d'Artagnan e Porthos.
   Athos andò a sedersi in un angolo il più lontano della camera, e sembrava risoluto di restare spettatore immobile di quanto stava per accadere.
   Porthos si sedette a sinistra e Aramis a destra di d'Artagnan .
   Athos sembrava accasciato. Porthos si fregava le mani con impazienza febbrile.
   Aramis, sorridendo, si mordeva le labbra a sangue.
   D'Artagnan solo si moderava, almeno in apparenza.
   — Signor Mordaunt, — disse il giovane, — poiché dopo tanti giorni perduti a correrci uno dietro l'altro, il caso ci riunisce alla fine, discorriamo un poco, se non vi dispiace.
   LXXIV.
   La conversazione.
   Mordaunt era stato sorpreso così all'impensata, aveva salito la scala sotto un'impressione ancora tanto confusa, che la sua riflessione non aveva potuto essere completa; ciò che vi era di reale, si è che il suo primo sentimento era stato completamente di commozione, di sorpresa e di invincibile terrore, sentimento che assale qualunque uomo quando questi è stretto tra le braccia di un mortale nemico, proprio quando credeva che quel nemico fosse lontano ed occupato in altre faccende.
   Ma una volta seduto, nel momento in cui s'accorse che gli era accordata una tregua, non importa per quale intenzione, concentrò tutte le sue idee e raccolse tutte le sue forze.
   Il fuoco dello sguardo di d'Artagnan, invece d'intimi*