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Grimaud mostrò la mano chiusa con due sole dita aperte.
— Parla, disse Athos, — non si vedono i tuoi segni, quanti sono essi ?
Grimaud fece uno sforzo su sè stesso.
— Due, — diss'egli, — uno è di fronte a me e l'altro mi volta le spalle.
— Va bene. E chi è colui che ti sta di fronte?
— L'uomo che ho veduto passare.
— Lo conosci ?
— Mi parve riconoscerlo e non mi sono ingannato ; è grosso e tarchiato.
— Chi è? — domandarono all'unisono sommessamente i due amici.
— Il generale Oliviero Cromwell.
I quattro amici si guardarono.
— E l'altro? — domandò Athos.
— Magro e slanciato.
— È il carnefice, — dissero insieme d'Artagnan ed Aramis.
— Io non vedo che il suo dorso, — disse Grimaud; — ma aspettate, egli 6Ì muove, si volta, se ha deposta la maschera potrò vedere... Ah!
Grimaud come se fosse stato colpito al cuore, abbandonò il gancio di ferro e si gettò all'indietro, mandando un gemito sordo. Porthos lo raccolse tra le sue braccia.
— L'hai veduto? — dissero i quattro amici.
-— Sì, — disse Grimaud coi capelli irti e la fronte madida di sudore.
— L'uomo magro e slanciato? — disse d'Artagnan.
— Sì.
— Il carnefice, insomma, — disse Aramis.
— E chi è colui? — disse Porthos.
— Egli, egli, — balbettò Grimaud pallido come un morto, afferrando colla mano tremante quella del padrone.
— Chi? — gli domandò Athos.
— Mordaunt! — rispose Grimaud.
D'Artagnan, Porthos ed Aramis mandarono un'esclamazione di gioia.
Athos fece un passo indietro e si passò la mano sulla fronte :
— Fatalità! — mormorò.