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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 74 — .
   — Ebbene, — diss'egli, ..siamo vinti dalla fatalità.
   -— Vinti ! — disse Athos. — Nobile e generoso re !
   — Siete ferito? — domandò Aramis.
   — No, questo sangue è il suo.
   Il conte si asciugò la fronte.
   — Dove eravate dunque?
   — Dove m'avete lasciato, sotto l'impalcatura.
   — E avete visto tutto?
   — No, ma ho sentito tutto; Dio mi preservi da un'altra ora simile a quella trascorsa ! Non ho i capelli bianchi ?
   — Allora voi sapete che non l'ho lasciato?
   — Ho sentito la vostra voce fino all'ultimo momento.
   — Ecco il medaglione che m'ha dato, — disse Aramis, — ecco la croce che ho ritirato dalle sue mani; desiderava che fossero consegnate alla regina.
   — Ed ecco un fazzoletto per avvolgerle, — disse Athos.
   E trasse di tasca il fazzoletto che aveva bagnato nel san- .
   gue del re.
   — Ed ora, — chiese Athos, — che si fa di quel povero cadavere ?
   — Per ordine di Cromwell, gli si rendono gli onori reali. Abbiamo posto il corpo in una bara di zinco; i medici si occupano di imbalsamare quelle misere spoglie, e ad opera terminata il re sarà posto in una camera ardente.
   — È una derisione! — mormorò Athos cupamente; — gli onori reali a colui che hanno assassinato!
   — Ciò prova, — disse Aramis, — che il re muore, ma ohe non muore la dignità reale.
   — Ohimè, — disse Athos, — è forse l'ultimo re cavaliere che avrà il mondo.
   — Suvvia non vi disperate conte, — disse una voce grossa sulla scala, ove risuonavano i passi ampi di Porthos, ¦— noi siamo tutti mortali, miei poveri amici.
   — Voi giungete tardi, mio caro Porthos, — disse il conte di La Fere.
   — Sì, — disse Porthos, — vi erano delle persone sulla mia strada che m'hanno fatto ritardare. Essi ballavano, i miserabili! Ne ho preso uno per il collo e credo di averlo mezzo strozzato. Proprio in questo mentre è giunta una pattuglia. Fortunatamente, colui col quale ebbi a che fare particolarmente è stato alcuni minuti senza potere parlare. Ho approfittato di ciò, per scappare per una viuzza. Questa m'ha guidato ad un'altra più piccola ancora. Allora mi sono smarrito. Io non conosco Londra, non conosco l'in-