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Quel rumore che fino allora non aveva sentito che in modo confuso sordamente e che ora gli giungeva all'orecchio cupo e minaccioso, lo fece sussultare dal terrore. Andò sino all'orlo del palco, dischiuse il drappo nero all'altezza dell'occhio, e vide cavalieri rincattucciati vicino all'orribile macchina, al di là de' cavalieri una fila di soldati armati di alabarde, altri dopo di loro muniti di moschetti, e al di là dei moschettieri le prime file del popolo che simile a sconvolto oceano fremeva e muggiva.
— Cos'è accaduto? — domandò Athos più tremante del panno di cui sgualciva le pieghe. — Il popolo si affolla, i soldati son sotto le armi, e fra gli spettatori che tengono gli occhi fissi alla finestra io scorgo d'Artagnan. Che aspetta? che guarda? Gran Dio! avrebbero forse lasciato sfuggire il carnefice?
Ad un tratto il tamburo rullò sordo e funebre sulla piazza: un rumor di passi pesanti e prolungati risuonò al di sopra della sua testa. Gli parve che un qualche cosa simile a un'immensa processione calcasse il pavimento di White-Hall.
Ben tosto sentì scricchiolare pure le tavole del palco. Gettò un ultimo sguardo sul posto, e l'atteggiamento degli spettatori gli apprese ciò che un'ultima speranza rimastagli in fondo al cuore gli impediva di indovinare.
Il rumore della piazza era cessato del tutto. Tutti gli occhi stavano fisi sulla finestra di White-Hall, le bocche aperte ed il respiro trattenuto indicavano l'attésa di quel terribile spettacolo.
Quel rumore di passi udito dal posto che egli occupava allora sotto il pavimento dell'appartamento del re, Athos l'aveva. inteso riprodursi sopra la sua testa sul patibolo, che cedette sotto il peso, di modo che le tavole toccarono quasi la testa del disgraziato gentiluomo. Erano evidentemente due file di soldati che prendevano posto sul patibolo.
Al tempo stesso una voce ben conosciuta dal gentiluomo, una nobile voce pronunciò queste parole al disopra della sua testa:
— Signor colonnello, desidero parlare al popolo.
Athos fremette dal capo alle piante : era proprio il re che
parlava sul patibolo.
Infatti, dopo aver bevuto alcuni sorsi di vino e rotto un pane, Carlo, stanco d'attendere la morte aveva deciso di andargli incontro e aveva dato il segnale del cammino.
Allora avevano aperto le imposte delle finestre che da-