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della falce, pigliando^ una pistola per la canna e apparecchiandosi a spaccargli la testa col calcio.
Questi s'accostò. A misura ch'ei s'avvicinava, d'Artagnan, per essere più padrone dei suoi movimenti, gettavasi metà corpo all'infuori della portiera; i suoi occhi si fermarono su quelli dell'accattone, rischiarati dalla luce d'una lanterna. Senza dubbio quell'uomo riconobbe il moschettiere, perchè si fe' pallidissimo ; senza dubbio d'Artagnan
10 riconobbe, perchè gli si rizzarono i capelli sulla testa.
— D'Artagnan! — gridò egli indietreggiando di un passo; — d'Artagnan! lasciate passare.
Forse d'Artagnan stava per rispondere dal canto suo, quando si udì il rimbombo di un colpo somigliante a quello d'una mazza che cade sulla testa d'un bue. Porthos aveva accoppato il suo uomo. D'Artagnan 6Ì volse e vide il poveretto che giaceva per terra quattro passi lontano.
— Ora, ventre a terra i cavalli. Batti, frusta alla mano!
Il cocchiere circoscrisse i cavalli con un ampio colpo di
frusta. Ignobili animali saltarono. S'udirono grida come di uomini rovesciati. Poi una doppia scossa. Le ruote erano passate su di un corpo flessibile e tondo. Si fece un momento di silenzio. La carrozza passò la porta.
— Al Corso Regina! — gridò d'Artagnan al cocchiere.
Poi volgendosi a Mazarino:
— Ora, monsignore, — diss'egli, — potete recitare cinque Pater e cinque A ve per ringraziar Dio della vostra liberazione. Siete salvo! Siete libero!
Mazarino non rispose che con una specie di gemito : non sapeva credere a tanto miracolo. Cinque minuti dopo la carrozza si fermò. Era giunta al Corso Regina.
— Monsignore è contento della sua scorta? — domandò
11 moschettiere.
— Felicissimo, monsou, — disse il cardinale, arrischiandosi a cacciar la testa fuori dalla portiera; — ora fate altrettanto per la regina.
— Sarà meno difficile, — disse d'Artagnan, saltando a terra. — Signor du Vallon, vi raccomando Sua Eminenza.
— Siate tranquillo, — disse Porthos, stendendogli la mano.
D'Artagnan prese la mano di Porthos e la scosse.
— Ahi ! — gridò Porthos.
D'Artagnan guardò il suo amico meravigliato,
-— Che cosa avete? — diss'egli.
¦— Credo di essermi slogata la mano»