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la regina comparve nel costume di gran gala. Così adornata pareva di trentacinque anni appena, ed era sempre bella.
— Siete voi, signor d'Artagnan, — diss'ella con grazioso sorriso. — Vi ringrazio d'aver insistito per vedermi.
— Domando perdono a Vostra Maestà, — disse d'Artagnan, — ma ho voluto ricevere gli ordini dalla sua bocca medesima.
— Sapete di che si tratta?
— Sì, madama.
— Accettate la missione che vi è affidata?
— Con riconoscenza.
— Bene. Siate qui a mezzanotte,
— Ci sarò.
- Signor d'Artagnan, conosco troppo il vostro disinteressamento per parlarvi adesso della gratitudine ; ma vi giuro che non oblierò questo secondo servizio come non ho dimenticato il primo.
— Vostra Maestà è padrona di ricordarsene e di dimenticare, e non so ciò che voglia dire.
E d'Artagnan s'inchinò.
— Andate, — disse ia regina col suo più amabile sorriso ; -— andate e tornate a mezzanotte.
E gli fe' della mano un segno di commiato, e d'Artagnan si ritrasse, e ritraendosi gittò gli occhi sulla portiera dalla quale era entrata la regina, e al piede di essa scorse la punta d'una scarpa di velluto.
— Bene, — diss'egli, — Mazarino ascoltava se lo tradissi ; davvero questo fantoccio italiano non merita di essere servito da un galantuomo.
D'Artagnan non per questo fu meno esatto al convegno: alle nove e mezzo entrava nell'anticamera.
Bernouin lo aspettava e lo introdusse.
Trovò il cardinale vestito da cavaliere, e faceva bella figura in quell'abito che portava come abbiamo detto con eleganza; però era molto pallido e tremava alquanto.
— Solo? — domandò Mazarino.
— Sì, monsignore.
— E quel buon du Vallon ? Non godremo della sua compagnia ?
— Sì, monsignore, aspetta nella sua carrozza.
— Dove?
— Alla porta del giardino del Palazzo Reale.
— Ah, partiamo nella sua carrozza ?
Sì, monsignore,