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Mazarino si morse le labbra.
— Allora, — diss'egli, — come agiremo?
— Bisogna lasciarmi fare, monsignore.
— Huli ! — fece Mazarino.
— E bisogna che abbia l'intera direzione di questa impresa.
— Per altro...
— Oppure cercarne un altro, — disse d'Artagnan voltando le spalle.
— Ah! — sussurrò Mazarino, — temo che se ne vada col diamante.
E lo richiamò.
— Signor d'Artagnan, mio caro signor d'Artagnan, — diss'egli con voce carezzevole.
— Monsignore desidera?
— Mi garantite di tutto ?
— Io non garantisco di niente, ma farò tutto il possibile.
— Bene, allora mi fido di voi.
- È un'idea felice-, — disse tra se d'Artagnan. E troverò Vostra Eminenza pronta?
— Prontissima.
— Siamo intesi. Ora, monsignore, vuol farmi parlare con la regina?
— A che prò?
— Vorrei riceverne gli ordini dalla sua bocca medesima.
— Mi ha incaricato di darveli io.
— Potrebbe aver dimenticato qualche cosa.
— Vi preme vederla?
— È indispensabile.
Mazarino rimase un istante perplesso; d'Artagnan stette immobile nella sua volontà.
— Or bene, — disse Mazarino, — vi condurrò; ma non una parola del nostro colloquio.
— Quel che fu detto fra noi non riguarda che noi.
— Giurate d'esser muto?
— Io non giuro mai, monsignore. Io dico di sì, oppure di no, e siccome sono un gentiluomo, mantengo la parola.
— Allora posso fidarmi di voi senza restrizioni.
— È quanto potete far di meglio, credete a me, monsignore.
— Venite, — disse Mazarino.
Mazarino, fatto entrare d'Artagnan nell'oratorio della regina, gli disse d'aspettare.
Ma non aspettò a lungo. Scorsi appena cinque minuti,