— 197 —.
— È giusto, — mormorò sottovoce Mazarino, — ma siccome la tua vita non mi appartiene, bisogna che io te la comperi, non è vero?
E mandando un profondo sospiro, fece girare il castone dell'anello verso l'esterno.
D'Artagnan sorrise.
Quei due uomini erano eguagliati per astuzia. Se fossero stati eguali pure per coraggio, l'uno avrebbe fatto fare all'altro grandi cose.
— Comprenderete però, — seguitò Mazarino, — che se v,i domando questo servizio è mia intenzione ricompensar-vene.
— Ah! monsignore non ne ha ancora che l'intenzione? — domandò d'Artagnan.
— Tenete, — disse Mazarino levandosi l'anello dal dito, -— tenete, mio caro monsou d'Artagnan ; ecco un diamante che fu già vostro; è giusto che torni a voi, prendetelo, ve ne supplico.
D'Artagnan lo prese, guardò se la pietra fosse sempre la stessa, e dopo essersi assicurato della purezza della sua acqua, se lo passò al dito con indicibile piacere.
— Mi era carissimo, — disse Mazarino, accompagnandolo d'un ultimo sguardo, — ma non importa, ve lo dono con piacere.
— Ed io, monsignore, — disse d'Artagnan, — lo ricevo come mi vien dato. Vediamo, parliam dunque dei vostri affari. Volete partir prima di tutti?
— Sì, mi preme.
— A che ora?
— Alle dieci.
— E la regina quando parte?
— A mezzanotte.
— Allora la cosa è possibile; vi faccio uscir prima, vi lascio fuori della barriera, e torno a prenderla.
— A meraviglia, ma come mi condurrete fuori di Parigi?
— Lasciate che ci pensi io.
— Vi do ampi poteri e prendetevi pure tutta la gente che volete.
D'Artagnan scosse il capo.
— Mi sembra tuttavia che sia il mezzo più sicuro, — disse MazarLtO.
— Sì, per voi, — disse d'Artagnan, — ma non per la regina.