— 196 —.
tagnan; — siete sicuro che nessuno conosca il proposito della regina?
Mazarino pensò.
— Sarà una bella occasione per un tradimento, monsignore, quella che mi proponete; i rischi di un assalto scusano ogni cosa.
Mazarino fremette; ma riflettè che un uomo che avesse intenzione di tradire non ne darebbe l'avviso.
— Però, — diss'egli vivamente, — io non mi fido di tutti, e la prova si è che vi ho scelto per mia scorta.
— Non partite con la regina ?
— No, — disse Mazarino.
— Allora partite dopo la regina?
— No, — rispose ancora Mazarino.
— Ah! — disse d'Artagnan ohe cominciava a comprendere.
— Sì, ho i miei piani, — continuò il cardinale : — con la regina si raddoppiava la probabilità di disgrazie; partita lei, eccomi in peggiori acque di prima; salvata la Corte, nessuno forse penserebbe a me: i grandi sono ingrati.
— È vero, — disse d'Artagnan gettando involontariamente gli occhi sul diamante della regina che Mazarino aveva al dito.
Mazarino seguì la direzione di quello sguardo e voltò pian piano il castone dell'anello verso l'interno della mano.
— Voglio dunque impedir loro, — diSse Mazarino col suo accorto sorriso, — il peccato d'ingratitudine verso di me.
— Ed è carità cristiana bella e buona il non indurre il prossimo' in tentazione, — disse d'Artagnan.
— Appunto per ciò voglio partire prima di loro.
D'Artagnan sorrise. Non ci voleva molto a comprendere
tale astuzia italiana. Mazarino lo vide sorridere e approfittò del momento.
— Comincerete dunque dal farmi prima di tutti uscir di Parigi, mio caro monsou d'Artagnan.
— Ardua impresa! — ripigliò il moschettiere in aria grave.
— Ma, — disse Mazarino fissandolo per bene, perchè non gli sfuggisse alcuna espressione della fisonomia, — non avete trovata tanta difficoltà per il re e per la regina?
— Il re e la regina sono il mio re e la mia regina; la mia vita è loro dovuta; la domandano e non ho nulla a ridire.