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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 183 — '
   _ E eh© cosa vi fa creder ciò?...
   — Conosco il cuore della regina ; non vorrà parere battuta.
   — Sta ella ruminando qualche cosa?
   — Spero.
   — Sentiamo, che cosa sapete?
   — So che ha scritto al principe di tornar subito subito dall'esercito.
   — Ah ! ah ! disse Rochefort, — avete ragione, bisogna lasciar venire il signor di Beaufort.
   Quella sera medesima si sparse voce esser giunto il principe. Notizia semplice e naturalissima, ma per la quale si menò gran rumore ; alcune imprudenze, diceasi, erano state commesse da madama di Longueville, a cui il principe, il quale veniva accusato di avere per la sorella una tenerezza più che fraterna, aveva confidato qualche segreto: segreto che riguardava i sinistri divisa-menti da parte della regina.
   La stessa sera dell'arrivo del principe, alcuni borghigiani di maggior seguito, seabini, capi di quartieri recan-ronsi dei loro conoscenti dicendo:
   — E perchè non prenderemmo il re, noi collocheremmo al Palazzo Municipale? Abbiamo torto marcio noi a lasciarlo educare ai- nostri nemici che gli dànno dei cattivi consigli, mentre se fosse diretto dal signor Coadiutore, per esempio, si imbeverebbe di massime nazionali e amerebbe il popolo.
   La notte fu sordamente agitata; il dì successivo ricomparvero i mantelli grigi e neri, le pattuglie armate dei mercanti e le bande degli accattoni.
   La regina aveva passata la notte a conferire a solo a solo col principe che, introdotto a mezzanotte nel suo oratorio, ne era partito alle cinque.
   Alle cinque la regina si recò nel gabinetto del cardinale. Mentre ella non era ancora andata a letto, il cardinale s'era già alzato.
   Stendeva una risposta a Cromwell : dei dieci giorni chiesti da Mordaunt ne erano già passati sei.
   — Bah! — diceva egli, — l'avrò fatto aspettare un pochino, diceva; ma Cromwell sa troppo che cosa sono le rivoluzioni per non iscusarmi.
   Rileggeva con' compiacenza il primo paragrafo della sua lettera, quando fu sommessamente picchiato alla porta che comunicava cogli appartamenti della regina. La sola Anna d'Austria poteva venir da quella porta. Il cardinale, alzatosi, corse ad aprire.