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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 162 — ฆ :
   Io ti ho benedetto, e tu mi sei eacro, come lo sono io a mia volta per te. Vediamo, hai commesso qualche delitto che la giustizia umana voglia condannare e da cui io ti possa difendere ?
   Il mendicante scosse la testa.
   — Il delitto che ho commesso, monsignore, non riguarda l'umana giustizia, e voi non potete assolvermi, se non benedicendomi spesso, come avete fatto or ora.
   — Via, sii sincero, — disse il Coadiutore, — non hai sempre fatta la vita d'adesso?
   — No, monsignore, la faccio da sei anni.
   — E prima dov'eri?
   — Alla Bastiglia.
   — E prima ancora?
   — Ve lo dir๒ monsignore il giorno in cui vorrete udirmi in confessione.
   — Va bene. A qualunque ora di giorno e di notte che tu voglia presentarti a me, sar๒ sempre pronto a concederti l'assoluzione.
   — Grazie, monsignore, — disse il mendicante con sorda voce, — ma non sono ancor preparato a riceverla.
   — Come vuoi, addio.
   — Addio, monsignore, — disse il mendicante, aprendo la porta e curvandosi dinanzi al prelato.
   Il Coadiutore prese la candela, discese ed usc์ tutto immerso in fantasticherie.
   L.
   La Sommossa.
   Erano le undici di notte circa. Gondy, fatti appena cento passi nelle vie di Parigi, si accorse dello strano cambiamento che vi si era operato.
   Tutta la cittเ pareva invasa da esseri fantastici: vi 6ฬ vedevano tacite ombre che disselciavano le strade, altre che trascinavano e rovesciavano carriuole, altre che scavavano buche da inghiottire intere compagnie di cavalieri. Tutti questi personaggi, s์ operosi, andavano, venivano, correvano, somiglianti a demonii che compiono qualche opera, ciclopica sconosciuta: erano i mendicanti della corte dei