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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 158 — ¦ :
   eia poco; perchè quegli è l'uomo capacissimo di discendervi.
   — Bravo!
   — A che segnale si potranno distinguere domani gli amici dai nemici?
   — Ogni frondista può mettere un nodo di paglia al cappello.
   — Bene : date la consegna.
   — Avete bisogno di danaro ?
   — Il danaro non fa mai male, in alcune occasioni, monsignore. Se uno non ne ha, cercherà di far senza ; se ne ha, le cose andranno meglio e più velocemente.
   Gondy andò ad uno scrigno e cavò un 6acco.
   — Ecco cinquecento doppie, — disse, — e se l'azione va bene, contate domani su altrettante.
   — Renderò conto esatto a monsignore di questa somma,
   — disse Planchet, mettendo il sacco sotto il braccio. '•— Ya bene: vi raccomando il cardinale.
   ----- Siate tranquillo, è in ottime mani. Planchet uscì: il curato rimase alquanto indietro.
   — Siete contento, monsignore? — disse egli.
   — Sì, colui m'ha l'aria d'un uomo risoluto.
   — Farà più di quanto ha promesso.
   — È un uomo mirabile allora.
   E il curato raggiunse Planchet che l'aspettava sulla scala. Dieci minuti dopo fu annunciato il curato di San Sulpizio. Apertasi la porta del gabinetto di Gondy, un uomo vi si precipitò dentro: era il conte di Rochefort.
   — Siete voi, mio caro conte ? — disse Gondy tendendogli la mano.
   — Siete finalmente risoluto, monsignore? — domandò Rochefort.
   — Lo fui sempre, — disse- Gondy.
   — Non parliamo più di ciò. Voi lo dite ed io lo credo, daremo dunque un ballo al Mazarino.
   — Lo spero.
   — E quando comincerà la danza?
   — Gli inviti son per stanotte, — disse il Coadiutore,
   — ma i violini non incominceranno a suonare che domattina.
   — Potete contare su me e su cinquanta soldati promessimi dal cavalier d'Humières, ogni qualvolta ne avessi bisogno. Sì, fa reclute... e me le presta: finita la festa, se gliene mancheranno, penserò io a sostituirli.