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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 152
   Come lo chiamate ?
   -- Certo Planchet. Egli, solo sei settimane fa, aveva suscitata una sommossa ; ma, come lo cercavano per appiccarlo, disparve.
   — E lo ritroverete?
   — Lo spero ; non credo sia stato arrestato ; non so dov'è veramente, ina essendo io il confessore di sua moglie,, se ella sa dove si nasconde, lo saprò anch'io.
   — Bene, signor curato, cercate dunque quest'uomo, e se lo trovate conducetelo da me.
   — A che ora ?
   — Alle sei, se così vi pare.
   — Alle sei dunque.
   — Andate, mio caro curato, andate, e che Dio vi secondi !
   Il curato uscì.
   — E voi, signore? — disse Gondy, volgendosi al curato di San Sulpizio.
   — Io, signore, conosco un uomo che ha reso importanti servigi a un principe popolarissimo, che sarebbe un ottimo capo di rivoltosi e che posso mettere a vostra disposizione.
   — E come lo chiamate?
   ;— Il conte di Rochefort.
   — Lo conosco anch'io, ma sventuratamente egli non è a Parigi.
   — C'è, signore, in via Cassette.
   — Da quando?
   — Da tre giorni.
   — E perchè non è venuto a trovarmi?
   — Gli fu detto... monsignore mi perdonerà...
   — Dite, dite.
   — Che monsignore stava per trattar colla Corte.
   Gondy si morse le labbra.
   — Fu ingannato, conducetelo a me alle otto ore, è che Dio vi benedica, come io vi benedico !
   Il secondo curato s'inchinò ed uscì.
   — A voi ora, signore, — disse il Coadiutore Gondy, volgendosi all'ultimo rimasto. — Avete ad offrirmi altrettanto ?
   — Oh assai di più.
   — Diavolo! fate attenzione che l'impegno è terribile: l'uno m'ha offerto un mercante, l'altro un conte; voi cosa mi offrirete; un principe?
   — V'offro un mendicante, signore.
   — Ah ! ah ! — disse Gondy riflettendo, — avete ragione,