Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 2) ', Alessadro Dumas (padre)

   

Pagina (141/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (141/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 139 — ¦ :
   Passerotto e la Nan netta urlavano sempre; le grida e il colpo d'archibugio producevano il loro effetto.
   — A morte l'ufficiale! a morte! — urlò la moltitudine.
   E nacque un gran parapiglia.
   — Un passo di più, — gridò Comminges calando le portiere perchè ognuno potesse vedere nella carrozza, e appoggiando la spada sul petto di Broussel, — un passo di più ed uccido il prigioniero. Ho l'ordine di condurlo vivo o morto, e poiché si vuole così, lo condurrò morto.
   Un grido terribile rimbombò. La moglie e le figlie di Broussel tendevano al popolo le mani supplichevoli, e il popòlo comprese che quell'ufficiale sì pallido, ma che pareva risoluto, farebbe quel che diceva; si continuò a minacciarlo, ma ciascuno si ritrasse.
   Comminges fé' salire con 6è nella carrozza la guardia ferita e comandò agli altri di chiudere la portiera.
   — Presto al palazzo, — diss'egli al cocchiere, più morto che vivo.
   Quegli frustò i cavalli, che s'aprirono larga strada fra le moltitudini; ma giunti al Lungo-Senna dovettero fermarsi. La carrozza si rovesciò, i cavalli erano soffocati, portati, pesti dalla folla. Raoul a piedi, perchè non aveva avuto tempo di risalire a cavallo, stanco di menar colpi col piatto della spada, cominciava a ricorrere alla punta. Ma quel terribile ed estremo espediente irritava sempre più la moltitudine. E già vedovasi qua e là luccicar la canna d'un moschetto o la lama d'una draghinassa; alcuni colpi di fuoco s'udirono, certo sparati all'aria, ma il di cui eco faceva nondimeno palpitare i cuori; mentre i proiettili continuavano a piovere dalle finestre. Si udivano delle voci che non s'odon che nei giorni di sommossa ! si vedevan certe faccie che non si vedon che nei giorni sanguinosi. Le grida: « A morte! a morte le guardie! gettatelo nella Senna il sergente! » dominavano tutto quel rumore, per immenso che fosse. Raoul col^ cappello schiacciato, il viso insanguinato, sentiva che non solo le forze, ma anche la ragione cominciava ad abbandonarlo, ed i suoi occhi nuotavano in una nebbia rossastra.
   In mezzo a quel nebbione vedeva cento braccia minacciose tendersi verso di lui, pronte ad afferrarlo quand'egli cadesse. Comminges si strappava i capelli dalla stizza nella carrozza che s'era rovesciata. Le guardie non potevano portar soccorso a nessuno, occupate com'erano a difendersi personalmente. Tutto era finito: carrozza, cavalli, guardie,