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^ Per seguirvi, amico mio, bisogna che abbia saputo jejla nostra partenza,^— disse Athos, — e d'altronde, se-conćo ogni probabilità, al contrario, ci aveva preceduti.
Allora io non comprendo nulla ! — disse scuotendo la testa, come un uomo che pensa che è inutile provarsi a lot-taXe contro una forza soprannaturale.
— Decisamente, Aramis, — disse Athos, — io credo d'aver avuto torto a non lasciarvi fare.
-- Tacete, — rispose Aramis, — voi mi fareste piangere, se sapessi farlo.
Grimaud manḍ un sordo grugnito che parve un ruggito.
In quel momento una voce li chiaṃ dallo sloop.
Il pilota, seduto al timone, rispose, e la barca abborḍ il bastimento. In un istante uomini, servi e bagagli furono a bordo. Il padrone non aspettava che i passeggeri per partire, e appena questi ebber messo piede sul ponte, virarono per Hasting ove dovevano sbarcare. In quel punto i tre amici gittarono un ultimo sguardo verso la roccia, ove spiccava visibile l'ombra minacciosa che li inseguiva. E fu udita una voce che loro imprecava:
— Ci rivedremo, signori, in Inghilterra!
XLVII.
Il Te Deum della vittoria di Lens.
Tutto il movimento notato da madama Enrichetta e di cui aveva invano cercato il motivo, era causato dall'annuncio della vittoria di Lens, di cui il principe aveva fatto messaggero il duca di Chàtillon, il quale vi sostenne nobile parte; era inoltre incaricato di sospendere alle ṿlte di Nostra Dama ventidue bandiere, prese ai Lorenesi, ed agli Spagnuoli.
La novella era decisiva; troncava il processo intentato al Parlamento in favor della Corte. Tutte le imposte regi-strate^ sommariamente, e alle quali il Parlamento faceva opposizione, erano sempre motivate dalla necessità di sostenere l'onore della Francia e sulla speranza arrischiata di battere il nemico. Ora, siccome dopo Nordlingen non si orano provati che dei rovesci, il Parlamento aveva bel gioco
Dumas. Venti anni dopo. — ii