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Athos si gittò sulla canna della carabina e fermò il colpo che stava per partire.
— Che il diavolo vi porti ! — gridò Aramis : — lo avevo aggiustato così bene, col mio moschetto, che gli avrei piantato una palla in pieno petto.
— È bene abbastanza avergli uccisa la madre, — disse sordamente Athos.
—- La madre era una scellerata che tutti ci aveva crudelmente offesi con inauditi delitti a danno nostro o di chi ci era caro.
— Sì, ma il figlio non ci ha fatto nulla.
Grimaud ch'erasi sollevato per veder l'effetto del colpo, ricadde scoraggiato battendo le mani. Il giovane diede in uno scoppio di riso.
— Ah ! siete voi, siete proprio voi, ora vi riconosco.
Il suo riso stridulo, le sue parole minacciose, passarono, sulla barca trasportata dalla brezza, andarono a perdersi nella profondità dell'orizzonte... Aramis fremette.
— Calma, —/disse Athos. — Che diavolo ! non siamo più dunque uomini?
— Sì; — disse Aramis, — ma colui è un demonio. E domandate un po' allo zio se avevo torto io a volerlo sbarazzare del suo caro nipote.
De Winter non rispose che con un sospiro.
— Tutto era finito, — continuò Aramis. — Ho paura, caro Athos, che con tutto il vostro giudizio, m'abbiate fatto commettere una solennissima castroneria.
Athos prese la mano di de Winter, provandosi a sviare la conversazione:
— Quando sbarcheremo in Inghilterra? — domandò al gentiluomo.
Ma questi non intese quelle parole e non rispose.
— Badate, Athos, — disse Aramis, — forse siamo ancora in tempo. Vedete, è sempre allo stesso posto.
Athos si fermò con uno sforzo poiché la vista di quell'uomo gli era evidentemente penosa.
Difatti era sempre in piedi sulla scogliera, mentre il faro lo illuminava con un'aureola di luce.
— Ma che cosa fa egli a Boulogne? — domandò Athos, che essendo molto sensato, ragionava sempre per trovare la causa di tutto, poco curante dell'effetto.
— Mi seguiva, mi seguiva, — disse de Winter, che questa volta aveva inteso la voce di Athos, poiché quella voce corrispondeva al suo pensiero.