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— Ragione di più quando v'ha parlato, di lasciarlo andare per la sua strada.
— Una lite forse ? — disse Athos.
— E da quando in qua vi fan paura le liti? — chiese Aramis.
— Le liti mi fanno sempre paura quando sono aspettate in qualche luogo e la lite m'impedisce d'andarvi. D'altronde, ve l'ho da confessare? Io pure ero curioso di vedere questo giovane da vicino.
— E perchè?
— Aramis, ridete finché vi piace de' fatti miei, dite che ripeto sempre la stessa solfa, chiamatemi anche il più pauroso dei visionari...
— Insomma, che volete dire?
— Vi pare che questo giovine somigli a qualcuno?... in brutto o in bello? — domandò ridendo Aramis.
— In brutto, e per quanto un uomo può somigliare ad una donna.
— Oh ! per bacco ; — esclamò Aramis, — voi mi fate pensare: no, no, caro amico, voi non 6Ìete visionario, ed ora rifletto bente, avete ragione; quelle labbra sottili e rientranti, quegli occhi che obbediscono sempre agli ordini dello spirito, non mai del cuore... Colui è un qualche bastardo di milady.
— Ridete, Aramis?
— Così per abitudine ; perchè, se ve l'ho da dire, non ci avrei un gran gusto a trovare quel serpentello sul mio cammino.
— Oh, ecco de Winter, — disse Athos.
— Va bene : adesso non ci vorrebbe altro, — notò Aramis — che si facessero aspettare i nostri servi.
— No, li veggo; camminano un venti passi dietro milord. Riconosco Grimaud dalla sua testa rigida e dalle sue gambe lunghe. Tomy porta le nostre carabine.
— Ci imbarcheremo dunque di nette? — domandò Aramis gettando un'occhiata ad occidente, ove il sole non lasciava più che un'aurea nube, la quale parea spegnersi poco a poco calando nel mare.
— Probabilmente, — disse Athos.
— Diavolo ! — ripigliò Aramis; — mi piace poco il mare di giorno, e molto meno poi di notte; il rumore dei flutti, il sussurrar del vento, il moto oscillatorio del bastimento che tanto m'incomoda, confesso che mi troverei meglio , al -convento di Noisy.