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— Zitto, — disse Athos, — eravamo ascoltati.
Difatti il giovane che abbiamo accennato, e che nel frattempo che gli amici guardavano lo sloop e il battello era passato e ripassato dietro a loro, fermossi al nome di de Winter, ma come il suo volto non aveva espresso alcuna commozione all'udire quel nome, poteva anche darsi che il solo caso lo avesse fatto fermare.
— Signori, — diss'egli salutando con molta disinvoltura e cortesia, — perdonate la mia curiosità, ma vedo che venite da Parigi, o almeno che siete stranieri a Boulogne.
— Veniamo da Parigi, sì, signore, — rispose il conte de La Fere con la medesima cortesia. — In che possiamo servirvi ?
— Signori, -—- disse il giovane, — mi userete il favore di dirmi se è vero che il cardinal Mazarino non sia più ministro ?
— Ecco una domanda strana: — disse Aramis.
— Lo è, e non lo è, — rispose Athos, — cioè metà della Francia lo scaccia, e a furia d'intrighi e di promesse si fa mantenere dall'altra metà. La cosa può andare molto in lungo, come vedete.
— Insomma, signori, —disse lo straniero, — non è però nè fuggito, nè in prigione?
— No, signore, sinora almeno.
— Vi ringrazio, signori, di tanta compiacenza, — disse il giovine allontanandosi.
— Che ne dite di queste domande? — disse Aramis.
— Dico che è un provinciale che s'annoia o una spia che 6'informa.
— E voi gli avete risposto in quel modo?
— Nulla mi autorizzava a rispondere altrimenti. Egli fu cortese con me, ed io lo fui con lui.
— Però, se fosse una spia ?
— Che volete che faccia una spia? Non siamo più ai tempi del cardinale Richelieu, che ad un semplice sospetto faceva chiudere i porti.
— Che monta? Faceste male a risponder così, — disse Aramis, seguendo cogli occhi il giovane che spariva dietro i monticelli d'are-a.
— E voi vi dimenticate, — disse Athos, — di aver commessa una ben maggiore imprudenza, pronunziando il nome di lord de Winter; dimenticate che un tal nome appunto fece fermare il giovane?