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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 122 — '
   __ Dico mio caro d'Herblay, che è un sacrilegio dubitare della Provvidenza, quando si hanno simili amici.
   __ Così dunque? così divideremo le doppie di Porthos
   come abbiam divisi i luigi di d'Artagnan.
   Lo spartimento fu fatto alla luce del moccolo di Bazm, e i due amici si riposero in via. Un quarto d'ora dopo erano alla porta San Dionigi, ove de Winter li aspettava.
   . XLVI.
   Dov'è provato che il primo impulso
   è sempre il migliore.
   I tre gentiluomini presero la via di Piccardia, via tanto da loro conosciuta, e che richiamava ad Athos e ad Aramis alcuna delle più pittoresche rimembranze di loro gioventù.
   — Se Mousqueton fosse con noi, — disse Athos giungendo sul luogo dove avevano avuto un alterco con dei lastricatori, — chi sa come tremerebbe passando di qui; vi ricordate Aramis? è qui che gli giunse quella famosa palla.
   — Davvero, che glielo permetterei, disse Aramis, — poiché io stesso mi sento agitare a quel pensiero ; guardate, fu appunto dietro a quell'albero che io credetti di essere morto.
   Continuarono a camminare. Ben presto toccò a Grimaud a retrocedere colle memorie. Giunto in faccia all'albergo dov'egli e il suo padrone avevano fatto una volta una grande baldoria, egli 6Ì accostò ad Athos, e mostrandogli lo spiraglio della cantina, gli disse :
   — Salsiccione!
   Athos si pose a ridere, e quella amenità della sua età giovanile gli parve tanto divertente, come se qualcuno glie-l'avesse raccontata e non fosse a lui accaduta.
   ^ Finalmente dopo due giorni e una notte di cammino, essi giunsero verso sera, con un tempo magnifico a Boulogne, città allora semideserta, fabbricata tutta su d'un'altura; quella che chiamano la bassa città non esisteva. Boulogne era una posizione formidabile.
   Arrivando alle porte della città, de Winter disse:
   Signori, facciamo qui come a Parigi, separiamoci per