— 116 — '
i suoi amici, i suoi custodi, stategli allato nelle battaglie, vicino a lui nelle domestiche mura, dove gli son tesi agguati ogni giorno forse più terribili di tutti i rischi della guerra, e in compenso di tanti benefici non vi prometto già del denaro, che sarebbe un offendervi, ma sibbene d'amarvi come una sorella, di porvi innanzi a tutti dopo lo sposo e i miei figli; ve lo giuro innanzi a Dio!
E la regina alzò lentamente e solennemente gli occhi al cielo.
— Madama, — disse il conte de La Fere, — quando si ha da partire?
— Acconsentite? — esclamò «la regina colma di gioia.
— Oh sì, madama. Ma Vostra Maestà va troppo oltre premiando l'opera nostra di sì preziosa amicizia che è molto superiore ai nostri meriti. Servendo ad un principe sì sventurato e ad una virtuosa regina, serviamo Dio. Siam tutti per voi in anima e corpo.
— Ah ! signori,--disse la regina intenerita sino alle lagrime, — ecco il primo momento di gioia e di speranza che provo dopo cinque anni. Sì, voi servite Dio, e siccome il mio potere sarà troppo limitato per ricompensare tale sacrificio, è desso che vi rimeriterà, esso che legge nel cuor mio tutto quello che ho di riconoscenza verso di lui e verso di voi. Salvate il mio sposo, salvate il re: e sebbene voi non badiate al premio che vi può arrivare su questa terra da questa vostra bella azione, lasciatemi la speranza di rivedervi per ringraziarvi io pure. Nell'attesa io rimango. Avete qualche raccomandazione da farmi? Io sono da ora vostra amica; e poiché voi fate gli affari miei, io devo occuparmi dei vostri.
— Madama, — disse Athos, io non ho nulla da domandare, all'infuori delle sue preghiere.
— Ed io, - - disse Aramis, sono solo al mondo e non ho da servire che Vostra Maestà.
La regina tese loro la mano, ch'essi baciarono, e disse sommessamente a de Winter:
— Se mancate di denaro, milord, non esitate un istante, rompete i gioielli che vi ho dati, staccatene i diamanti, vendeteli ad un ebreo ; ne ricaverete cinquanta o sessantamila lire: spendetele se è necessario ma che questi gentiluomini siano trattati come meritano, da re.
La regina aveva preparato due lettere, una scritta da lei, una dalla principessa Enrichetta sua figlia. Tutt'e due erano indirizzate a re Carlo. Una ne diede ad Athos