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strada, e siccome Aramis era stato da lui inzaccherato, con un pgno l'aveva mandato a dieci passi di distanza. Nel tempo stesso una sua penitente era passata; e siccome era giovane e bella, Aramis l'aveva salutata col suo più grazioso sorriso.
In un istante Aramis fu vicino ai suoi compagni.
Come si comprende, egli si abbracciò molto cordialmente con lord de Winter.
— Dove andiamo ? — disse Aramis, — forse c'è da battersi, sacripante ! io non ho spada stamattina, e bisogna che ritorni a casa a prenderne una.
— No, — disse de Winter, — noi andiamo, a far visita a Sua Maestà la regina d'Inghilterra.
— Ah! benissimo, e a che tende questa visita? — continuò inchinandosi all'orecchio d'Athos.
— Davvero non ne so nulla; si vorrà forse la nostra testimonianza su qualche cosa.
— Non sarebbe forse per questo affare maledetto? — disse Aramis. — In questo caso non mi prenderei troppa briga di andarci, perchè si potrebbe prendere qualche buona ramanzina; e dacché io ne do agli altri, non amo punto di riceverne.
— Se la cosa è così, — disse Athos, — noi non saremmo condotti da Sua Maestà da lord de Winter, poiché egli ne toccherebbe la sua parte: egli era dei nostri.
— Ah, sì è vero ; allora andiamo.
Giunti al Louvre, lord de Winter passò pel primo: del resto non c'era che un portiere. Alla luce del giorno Athos, Aramis e lo stesso inglese poterono notare la spaventosa povertà dell'abitazione da un'avara carità concessa all'infelice regina. Sale immense deserte di suppellettili; muri disadorni sui quali rimanevano in qualche posto delle antiche modanature che avevano resistito all'abbandono; serramenti alle finestre senza vetri e mal connessi; non tappeti, non quadri, non servi: ecco la miserevole scena che non mancò di colpire Athos e fu fatta da lui notare al compagno con un urto di gomito.
Mazarino è alloggiato meglio, — disse Aramis.
— Mazarino è quasi re, — disse Athos, — e madama Enrichetta non è quasi più regina.
—• Se voi vi degnate di far dello spirito, Athos, — disse Aramis, — io credo sul serio che voi ne abbiate di più di quanto ne aveva il signor di Voiture.
Athos sorrise.
Dumas. Venti anni dopo. — II
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