Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 2) ', Alessadro Dumas (padre)

   

Pagina (114/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (114/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 112 — '
   dinieghi, e aveva voluto passar oltre, credendo di trovare in quello con cui aveva a che fare tutte le virtù del suo abito, cioè la pazienza e la carità cristiana. Ma Bazin, sempre servo d'un moschettiere se gli saltava la mosca al naso, stretto il manico della granata e roteandola su Blaisois, gli disse:
   — Avete insultato la chiesa; avete insultato la chiesa, amico mio.
   Allo strepito insolito Aramis era comparso, aprendo con precauzione l'uscio dela sua camera da letto.
   Allora Bazin depose rispettosamente la granata in un angolo del muro come aveva veduto a Nostra Donna gli svizzeri deporre la loro alabarda, e Blaisois con uno sguardo di rimprovero volto al cerbero, tratta la lettera di saccoccia, avevala presentata ad Aramis.
   — Del conte de La Fere? —disse Aramis, — va bene.
   Ed era rientrato senza domandar nemmeno la cagione
   di tutto quel fracasso.
   Blaisois tornò tristamente all'albergo del Gran Carlo-magno. Athos gli domandò nuove della ricevuta commissione. Blaisois raccontò la propria avventura.
   — Imbecille! — disse Athos ridendo, — non gli hai detto che andavi, da parte mia?
   — No, signore.
   — E che ha detto Bazin all'udire che eravate fra i miei famigliari ?
   — Eh ! signore, mi ha fatto un milione di scuse, e m'ha costretto a bere due bicchieri di squisitissimo moscato, nei quali m'ha fatto inzuppare tre o quattro biscotti eccellenti : ma non importa... è sempre scortese come un diavolo! Un santese ! Un vergogna !
   — Or via, — pensò Athos, — se Aramis ha ricevuto Ja lettera, per quanto abbia da fare, verrà senza dubbio.
   Alle dieci, Athos con la consueta esattezza trovavasi sul ponte del Louvre ed incontrò lord de Winter, che era giunto in quel momento. Attesero circa dieci minuti.
   Milord de Winter cominciò a temere che Aramis non si recherebbe al convegno.
   — Flemma, — disse Athos che teneva gli occhi fissi verso la via del Bac : — vedete un abate che dà una sgrugnata a un uomo e saluta una donna; dovrebb'essere Aramis.
   Ed era egli infatti : un giovane borghese che si divertiva a guardare in aria ingenuamente, s'era trovato sulla sua