— Ili —
udendolo chiamar colla sua voce allegra e sonora Grimaud ed Oliviero, Athos sospirò.
Ha ben premura di abbandonarmi, — pensava egli scuotendo la testa; — ma obbedisce alla legge comune. La natura è fatta così. Guarda innanzi. Decisamente ama quella fanciulla; ma amerà forse meno me per amare altre persone ?
Ed Athos confessò che non si aspettava proprio una così subitanea partenza; ma Raoul era tanto felice che tutto si eclissò nello spirito di Athos davanti a quella considerazione.
Alle dieci tutto era pronto per la partenza. Mentre Athos guardava Raoul che saliva a cavallo, un lacchè lo venne a salutare da parte di madama di Chevreuse; egli era incaricato di dire al conte di La Fere ch'ella aveva contezza del ritorno del suo giovane protetto, come pure del modo con cui s'era comportato durante la battaglia, e che sarebbe molto lieta di fargli le sue felicitazioni.
— Dite alla signora duchessa, — rispose Athos, — che il signor visconte era già a cavallo per recarsi al palazzo di Luynes.
Indi, fatte nuove raccomandazioni a Grimaud, Athos fece segno a Raoul1 colla mano che poteva partire.
Riflettendovi, del resto, Athos pensò che non c'era niente di male che Raoul s'allontanasse da Parigi in quel momento.
XLV.
Ancora una regina che domanda soccorsi.
Athos aveva sin dal mattino mandato ad avvisare Aramis, e aveva dato la sua lettera a Blaisois, il solo servo che gli fosse rimasto. Blaisois trovò Bazin con la sua veste da chierico; quel giorno era di servizio a Nostra Donna.
Athos aveva raccomandato a Blaisois di cercare di parlare ad Aramis medesimo. Blaisois, grande ma ingenuo servitore, che non conosceva che la sua consegna, aveva domandato dell'abate d'Herblay, e con tutte le assicurazioni di Bazin che il reverendo non fosse in casa, aveva insistito, di modo che Bazin s'era molto adirato. Blaisois vedendo Bazin in abito da chiesa, s'era preso poco pensiero dei suoi