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_ Signore, voti direte che ho una gran premura di
abbandonarvi appena giunto, ma...
_ Non avete che due giorni di congedo, Raoul ?
_ Tutt'altro: ne ho dieci; e non è già al campo ch'io
contavo tornare adesso.
Athos sorrise.
— E dove volete dunque andare, avete un segreto, visconte ? Eccovi quasi un uomo, giacche avete fatto le vostre prime armi, e avete guadagnato il diritto di andare dove volete, senza dirmelo.
— Giammai, signore, — disse Raoul, — finché avrò la fortuna di avervi per mio protettore, io non cercherò mai di liberarmi da una tutela che mi è tanto cara. Desidererei passare un solo giorno a Blois. Voi mi guardate, e state per ridere di me?
— No, tutt'altro, — disse Athos soffocando un sospiro. — Non rido, visconte. Avete voglia di andare a Blois? è cosa naturalissima!
— Dunque me lo permettete ? — esclamò Raoul tutto allegro.
— Certamente, Raoul,
— Non vi dispiace in cuor vostro?
- Niente affatto, perchè dovrei dolermi di ciò che vi fa piacere?
— Caro signore, quanto siete buono! — esclamò il giovane facendo un moto per saltare al collo di Athos, ma il rispetto lo trattenne,
Athos gli aprì le braccia.
— Sicché posso partir subito?
— Quando volete, Raoul.
Raoul fece tre passi per uscire.
— Signore, — diss'egli, — ho pensato ad una cosa : cioè che vado debitore alla contessa di Chevreuse d'essere stato introdotto dal Principe.
— E che quindi dovete andarla a ringraziare, n'è vero, Raoul?
— Direi di sì ; però tocca a voi decidere.
— Passate al Palazzo di Luynes e fate domandare se la signora duchessa può ricevervi. Vedo con piacere che non dimenticale le convenienze. Prenderete con voi Grimaud ed Oliviero.
— Tutti e due, signore? — domandò Raoul meravigliato.
— Tutti e due.
Raoul salutò ed uscì. Guardandolo a chiuder l'uscio e