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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   _ 109 —
   era pronto e ohe Athos aveva battezzato col nome della sua provincia.
   Cinque (minuti dopo dato quell'ordine, Raoul entrò.
   :— Visconte, — diss'egli, — scorterete milord sino al suo albergo, e non gli lascerete accostare alcuno.
   — Ah ! conte, — disse de Winter, — per chi mi prendete, dunque?
   — Per uno straniero che non conosce Parigi, al quale il visconte indicherà la via.
   — Grimaud,--disse Athos, — a capo subito de' tuoi, e
   occhi al frate.
   Grimaud trasalì, poi fe' un cenno di testa e aspettò l'ordine della partenza, accarezzando in un eloquente silenzio, il calcio del moschetto.
   — A rivederci domani, conte, — disse de Winter.
   — Sì, milord.
   La comitiva s'incamminò verso la via San Luigi; Oliviero tremava come Sosia ad ogni riflesso di luce equivoca ; Blaisois, abbastanza fermo, perchè ignorava che vi fosse qualche pericolo; Tomy guardava a destra e a sinistra, ma non poteva dire una parola perchè non sapeva parlare francese; Grimaud, che a tenore dell'ordine d'Athos, aveva preceduto il corteggio con una fiaccola in una mano e il moschetto nell'altra, giunse dinanzi alla casa di de Winter, picchiò col pugno alla porta, e visto aprire, salutò milord senza parlare.
   Le cose proseguirono nello stesso modo ali ritorno ; gli occhi minacciosi di Grimaud non videro nulla di sospetto, se non una specie d'ombra appiattata all'angolo della via Guénégaud e del Lungo-Senna. Gli parve di aver già notato passando, quello spione notturno che attirava il suo sguardo. Mosse verso l'ombra, ma prima che potesse raggiungerla, questa era sparita in un viottolo, in cui Grimaud non credette fosse prudente cosa addentrarsi. Fu narrato ad Athos l'avvenimento della spedizione, e, come erano le dieci di sera, ognuno si ritirò nel proprio appartamento.
   Il dì successivo, aprendo gli occhi, il conte vide Raoul al suo capezzale. Il giovinetto era vestito di tutto punto, e leggeva un libro nuovo del signor Chapelain.
   — Già alzato, Raoul? — domandò il conte.
   — Sì, signore, — rispose il giovine con una leggiera esitanza; — ho dormito male.
   — Voi Raoul, voi avete dormito male? quale cosa vi preoccupava dunque? — domandò Athos.