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avete dei duchi per amici, un maresciallo di Erancia per padrino, un principe del sangue per capitano e in una giornata di ritorno siete stato ricevuto da due regine; è confortante per un novizio.
— Ah ! signore, — disse Raoul ad un tratto, — voi mi rammentate una cosa che io obliavo nella mia fretta di raccontarvi le mie gesta: si è che presso Sua Maestà la regina d'Inghilterra, si trovava un gentiluomo che quando io ho pronunciato il' vostre? nome, ha lanciato un grido di sorpresa e di gioia; ha detto che era un vostro amico, m'ha domandato il vostro indirizzo e vuole venire a trovarvi.
— Come si chiama costui ?
— Non ho osato domandarglielo, signore; ma benché si esprima elegantemente, ho giudicato dal suo accento che fosse inglese.
—¦ Ah ! — esclamò Athos.
E chinò il capo come per cercare un ricordo. Indi, quando alzò la fronte, i suoi occhi furono colpiti dalla presenza di un uomo che si teneva ritto davanti alla porta socchiusa e lo guardava con aria intenerita.
— Lord de Winter ! — esclamò il conte.
— Athos ! amico mio !
Ed i due gentiluomini rimasero un momento abbracciati ; dopo Athos, prendendogli le mani, gli disse guardandolo :
— Che avete, milord? voi sembrate tanto triste quanto io 6ono giulivo.
— Sì, caro amico, è vero ; e direi anche di più, si è che la vostra vista raddoppia le mie apprensioni.
E de Winter guardò intorno a sé come per cercar la solitudine. Raoul comprese che i due amici dovevano discorrere, ed uscì senza affettazione.
— Vediamo, ora che siamo soli, — disse Athos, — parliamo di voi.
— Mentre siamo soli, parliamo di noi, — rispose de Winter. — Egli è qui.
— Chi?
— Il figlio di Milady.
Athos, colpito un'altra volta da quel nome che sembrava inseguirlo come un'eco fatale, esitò un momento, aggrottò leggermente il sopracciglio, poi in tono più pacato:
— Lo so, — disse.
— Lo sapete?
— Sì; Grimaud, che l'incontrò a Béthune e ad Arras, è venuto di gran corsa a darmene avviso.