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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 96 — '
   Vostra, se si degna di accettare un mio consiglio, approfitti di' questo momento per insistere a favore dell'augusto suo sposo, presso il governo del re. Il visconte di Bragelonne^ che avrà l'onore di rimettervi questa lettera, è l'amico di mio figlio, al quale, secondo ogni probabilità, salvò la vita ; è un gentiluomo del quale Vostra Maestà può interamente fidarsi, nel caso avesse qualche ordine verbale o scritto da farmi pervenire.
   « Ho l'onore di essere con rispetto, II maresciallo di Grammont ».
   Al momento in cui si trattava del servigio ohe aveva reso al conte, Raoul non aveva potuto fare a meno di volgere il capo verso la giovine principessa, ed allora aveva visto passare ne' suoi occhi un'espressione di infinita riconoscenza per lui. Non v'era più dubbio, la figlia del re Carlo I amava il suo amico.
   — La battaglia di Lens è vinta ! — esclamò la regina. — Essi sono fortunati qui, vincono delle battaglie! Il maresciallo di Grammont ha ragione. Ciò cambierà faccia a' loro affari; ma ho molto timore che nulla giovi ai nostri, se pure non nuoce loro. Questa notizia è recente, o signore; — continuò la regina, — ringrazio d'aver posta tanta diligenza a recarmela ; senza di voi questa lettera non l'avrei ricevuta che domani, forse dopodomani, poiché sono sempre l'ultima in tutta Parigi a saper le novità.
   — Madama, — rispose Raoul, — il Louvre è il secondo palazzo dove sia giunta una tale notizia. Niuno ancora la conosce, ed avevo giurato al signor conte de Guiche di consegnare questa lettera a Vostra Maestà, prima ancora di abbracciare il mio tutore.
   — Il vostro tutore è un Bragelonne come voi ? — chiese lord de Winter. — Ho conosciuto in passato un Bragelonne, vive ancora?
   — No, signore, è morto; fu da lui che il mio tutore, suo stretto parente, credo, ha ereditato questa terra di cui porto il nome.
   — E il vostro tutore, o signore, -— chiese la regina, che non poteva a meno di prendere interesse a questo bel giovine, — come si chiama?
   —¦ Il conte de La Fere, o madama, — rispose il giovine inchinandosi.
   De Winter fece un moto di sorpresa, la regina lo guardò cogli occhi scintillanti di gioia.