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Venti anni dopo (volume 2)
Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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— Ma, Enrichetta, non m'avete detto che la lettera era Jel maresciallo di Grajnmont?
-— Lo credevo, o madama, — balbettò la giovine.
— Il fallo è tutto mio, o madama, — rispose Raoul ; — infatti mi sono annunciato come messaggero del maresciallo di Grammont; ma, ferito al braccio destro, non ha potuto scrivere, e si fu il conte de Guiche che gli servì da segretario.
— Si sono battuti ? — chiese la regina facendo segno a Raoul di rialzarsi.
— Sì, madama, — rispose il giovane rimettendo la lettera
A tale notizia di una battaglia scatenata, la giovine principessa aprì la bocca per fare un'interrogazione che certamente l'interessava, ma la bocca le si chiuse senza pronunciar parola, mentre il rossore le scompariva gradatamente dalle guance.
La regina vide tutti quei moti, e certamente il suo cuore materno li interpretò, poiché rivolgendosi di nuovo a Raoul gli chiese :
— Non è accaduto alcun malanno al giovine conte de Guiche? Egli non è soltanto fra i nostri affezionati, come vi dissi, o signore, ma è pure fra i nostri amici.
— No, madama, — rispose Raoul, — ma al contrario si acquistò molta gloria ip questa giornata, ed ebbe l'onore d'essere abbracciato dal principe sul campo di battaglia.
La giovine principessa battè palma a palma; ma tutta vergognosa per 'essersi lasciata trasportare ad una simile dimostrazione di gioia, si volse per metà e si chinò verso un vaso pieno di rose, come per fiutarne l'odore.
— Udiamo che cosa dice il conte, — riprese la regina.
— Ebbi l'onore di dire alla Maestà Vostra che scrive in nome di suo padre.
— Sì, o signore.
_ La regina dissuggellò la lettera e lesse : « Madama e regina. Non potendo aver l'onore di scrivervi io stesso a cagione d'una ferita che ricevetti nella mano destra, vi faccio scrivere da mio figlio, il conte de Guiche, che voi sapete esser vostro servo ugualmente che il padre, per dirvi che abbiamo vinto la battaglia di Lene, e che questa vittoria non può mancare di dare un gran potere al cardinale Mazarino ed alla regina sugli affari d'Europa. Ch» la Maestà

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