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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 91 — '
   cavallo contro un muro sul quale si stendeva l'ombra, e rimase immobile fra le modanature di Giovanni Goujoii, simile ad un bassorilievo rappresentante una statua equestre. Aspettava come aveva già fatto al Palazzo Reale.
   XLlI.
   Gli infelici prendono talvolta la combinazione
   per la rivincita,
   — Ebbene, madama? — disse de Winter, quando la regina ebbe abbandonato i servitori.
   — Ebbene, o milord, — accadde quanto avevo preveduto.
   — Rifiuta?
   — Non ve l'avevo detto io prima?
   — Il cardinale ricusa di ricevere il re, la Francia nega l'ospitalità ad un principe disgraziato! ma è la prima volta, madama!
   — Io non ho detto la Francia, milord, ho detto il cardinale, ed esso non è neanche francese.
   — Ma la regina l'avete veduta?
   — È inutile, — rispose madama Enrichetta, scuotendo il capo mestamente, — non sarà certo la regina che vorrà dir di sì, quando il cardinale ha detto di no. Ignorate che quell'italiano ha piena facoltà di comando sia all'interno che all'esterno? V'è ancora di più, e tornando a quanto vi dissi, non sarei sorpresa che fossimo stati preceduti da Cromwell ; egli era imbarazzato parlandomi, ma però fermo nella volontà di rifiutarsi. E poi non avete notato quella confusione al Palazzo Reale, quell'andirivieni di persone affaccendate? Avrebbero forse ricevuto qualche notizia, o milord ?
   — Non dall'Inghilterra, madama; operai con tanta prudenza che sono sicuro di non essere stato preceduto; partii tre giorni sono, passai per miracolo in mezzo all'armata puritana; presi la posta col mio staffiere Tomy, ed i cavalli che montiamo li abbiamo comperati a Parigi. D'altronde, prima di arrischiare qualche cosa, sono certo che il re attenderà la risposta di Vostra Maestà.