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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 90 — '
   A che fare? .
   Il signor Guitaut, mio zio, mi disse or ora che Sua Maestà la regina aveva ricevuto notizie dell'armata.
   _ Benissimo, corro da lei.
   In quella apparve il signor di Villequier. Veniva infatti a cercare il cardinale da parte della regina.
   Comminges aveva veduto benissimo e Mordaunt aveva realmente agito come egli aveva narrato al ministro. Attraversando la galleria parallela alla gran galleria a vetri, scorse de Winter che aspettava che la regina avesse terminato il suo colloquio con Mazarino.
   A quella vista il giovine si fermò sul momento, non ammirando il quadro di Raffaello, ma come affascinato dalla vista d'un oggetto terribile; i suoi occhi si dilatarono; un fremito gli corse per tutto il corpo, si sarebbe detto che volesse distruggere il baluardo di vetro che lo separava dal suo nemico, poiché se Comminge6 avesse visto con quale espressione di odio gli occhi del giovane s'erano fissati su de Winter, non avrebbe dubitato un momento che quel signore inglese fosse un suo nemico mortale.
   Ma si trattenne.
   Certamente lo fece per riflettere; poiché invece di lasciarsi trascinare dal suo primo impulso che sarebbe stato d'andare diritto da milord de Winter, discese lentamente lo scalone, uscì dal palazzo colla testa bassa, si mise in sella, fece portare il cavallo all'angolo della contrada Richelieu, e, cogli occhi fissi sul cancello, attese che uscisse dalla corte la carrozza della regina accompagnata da lord Winter.
   Non ebbe molto da aspettare, poiché la regina non era rimasta che un quarto d'ora presso Mazarino; ma quel quarto d'ora parve un secolo per colui che attendeva.
   Finalmente la pesante macchina, che allora si chiamava carrozza, uscì, strepitando dai cancelli, e de Winter, sempre a cavallo s'inchinò di nuovo alla portiera per discorrere con sua Maestà.
   I due cavalli partirono al trotto e presero la strada del Louvre, dove entrarono. Prima di partire dal convento delle Carmelitane, madama Enrichetta aveva detto a sua figlia di recarsi ad attenderla al palazzo ch'ella aveva abitato tanto tempo, e che aveva abbandonato, solo perchè la miseria pareva loro orrida in quelle sale dorate.
   Mordaunt seguì la carrozza, ed .allorché l'ebbe veduta entrare sotto quella cupa arcata, andò ad appoggiarsi col