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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 88 — '
   _ Credetemi, o madama, il re deve difenderei fino agli
   estremi. . .......
   _ L'ha fatto, o signore, e queet ultima battaglia m cui
   sta per cimentarsi, sebbene con mezzi molto inferiori a quelli dei suoi nemici, prova che non conta di arrendersi senza combattere; ma, infine, nel caso in cui fosse vinto?...
   — - Ebbene, o madama, in tal caso, il mio parere, so di essere molto ardito nel dare un parere a Vostra Maestà, ma il mio avviso è che il re non deve abbandonare il suo regno. Si dimenticano subito i re assenti; e se si reca in Francia, la sua causa è perduta.
   — Ma, allora, — riprese la regina Enrichetta, — se tale è il vostro consiglio, e se voi sentite veramente interesse per lui, inviategli qualche soccorso d'uomini e di denaro, perchè io non posso fare più nulla per lui, ed ho venduto per aiutarlo fin l'ultimo mio diamante; non mi resta più nulla, voi lo sapete, e lo sapete meglio di chiunque, o signore. Se mi fosse rimasto ancora qualche gioiello, lo avrei scambiato con della legna per riscaldare me e mia figlia nello scorso inverno.
   — Ah ! madama, — disse Mazarino, — Vostra Maestà non sa cos'è ciò che mi domanda; dal giorno, in cui un soccorso straniero giungesse ad un re per riporlo sul trono, sarebbe un confessare che più non lo sorregge l'amore dei suoi sudditi.
   — È vero, signor cardinale, — disse la regina impazientita di star dietro a quello spirito potente nel labirinto delle parole in cui si smarriva; — è vero, e rispondetemi sì o no: se il re persiste a rimanere in Inghilterra, gli manderete dei soccorsi? Se viene in Francia, gli darete ospitalità?
   — Madama, —disse il cardinale, affettando la più grande franchezza, — voglio mostrare a Vostra Maestà, spero, quanto le sono affezionato ed il mio desiderio di terminare un affare che essa ha tanto a cuore. Dopo di ciò Vostra Maestà, credo, non dubiterà più del mio zelo per servirla.
   La regina si mordeva le labbra e si agitava con impazienza nel suo seggiolone.
   — Ebbene, che state per fare? — diss'ella alfine; sentiamo, pariate.
   T Vado subito a consultare la regina, e in seguito riferiremo la cosa al Parlamento.
   r T qUale siete SU6rra> non è vero ? Voi incarichereste tfroussel di esserne il relatore. Basta, signor cardinale,