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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   _ 79 —
   Bernouin guardò il su£ge>llo ; e, vedendo che la lettera veniva veramente dal gen^ra^ Oliviero Cromwell, ei affrettò a tornare da Mazarino.
   — Aggiungete, — dieé6 ^ giovane, — che io non sono un messaggero, ma un inviato straordinario.
   Bernouin rientrò nel gabinetto, ed uscì di lì a qualche secondo :
   — Entrate, signore, — disse tenendo la porta aperta.
   Mazarino aveva avuto bisogno di tutto questo andirivieni, per rimettersi dalla sorpresa cagionatagli da quella lettera; ma per quanto perspicace fosse il suo spirito, cercava inutilmente qual motivo avesse potuto indurre Crom-well ad entrare in relazione con lui.
   Il giovine comparve sulla soglia del suo gabinetto. In una mano teneva il cappello, nell'altra la lettera.
   Mazarino si alzò e disse:
   — Voi, signore, avete una credenziale per me?
   — Eccola, monsignore, — rispose il giovine.
   Monsignore prese la lettera, la dissuggellò e lesse:
   « Il signor Mordaunt, uno de' miei segretari, rimetterà questa lettera d'introduzione a Sua Eminenza il cardinale Mazarino a Parigi; egli è latore inoltre per Sua Eminenza d'una seconda lettera confidenziale ». — Oliviero Cromwell ».
   — Benissimo, signor Mordaunt, — disse Mazarino, datemi questa seconda lettera e sedetevi.
   Il giovine si cavò di tasca una seconda lettera, la diede al cardinale e sedette.
   Il cardinale però, immerso nelle sue riflessioni, aveva presa la lettera e senza dissuggellarla, la voltava e rivoltava nelle sue mani; ma per isvagare il messaggero si pose ad interrogarlo, secondo il suo solito, convinto com'era dall'esperienza che pochi uomini gli potevano nascondere qualche cosa, quando li interrogava ed osservava nel tempo stesso.
   — Siete molto giovine, signor Mordaunt, — diceva, — per questo brutto mestiere d'ambasciatore, in cui s'incagliano anche i più vecchi diplomatici.
   — Monsignore, ho ventitré anni, ma Vostra Eminenza s'inganna dicendo che sono giovine. Sono più vecchio di lei, sebbene non abbia la sua saggezza.
   — Ma e come, o signore? Non vi comprendo.
   — Dico che gli anni di patimento contano il doppio, ed io soffro da vent'anni.