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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   porte segrete, o che ponesse piede sui baluardi, sarei costretto con mio rincrescimento di uccidervi di mia propria mano, giacche mi siete particolarmente affidato, e debbo consegnarvi o morto o vivo.
   E salutava Sua Altezza di nuovo.
   —- Sì, — continuava il duca; — ma siccome quella brava gente non verrebbe qui senza aver prima impiccato il signor Giulio Mazarino, voi vi guarderete bene di alzar la mano 6U di me, e voi mi lascerete vivere, per tema di essere trascinato da quattro cavalli per opera dei parigini, cosa che è peggio ancora che d'essere impiccato, convenitene.
   Queste baie agro-dolci duravano sempre dieci minuti o venti al più; ma finivano sempre così. Il signor di Chavigny si volgeva verso la porta e gridava:
   — Ehi, La Ramée!
   La Ramée entrava.
   —• La Ramée, — continuava il signor di Chavigny, — vi raccomando particolarmente il signor di Beaufort, trattatelo con tutti i riguardi dovuti al suo nome e al suo rango, ed a tale effetto non lo perdete di vista un solo momento.
   Indi si ritirava, inchinando il signor di Beaufort con una ironica gentilezza che lo rendeva furibondo.
   La Ramée era quindi divenuto il commensale obbligato del principe, il suo eterno guardiano, l'ombra del suo corpo; ma, bisogna dirlo, la compagnia di'La Ramée, giocondo, vivace, franco convitato, bevitore patentato, grande giocatore di palla, buon diavolo in fondo, il quale non aveva per il signor di Beaufort altro che il difetto di essere incorruttibile, era divenuta per il principe più una distrazione che una fatica.
   Disgraziatamente non era lo stesso per mastro La Ramée, e, quantunque egli stimasse di un certo valore l'onore d'essere rinchiuso con un prigioniero di così alta importanza, il piacere di vivere in, famigliarità col nipote di Enrico IV . non compensava quello che avrebbe provato potendo andare di quando in quando a far visita alla sua famiglia.
   Si può essere un eccellente capo di birri, nel contempo che si è buon padre e buono sposo. Ora mastro La Ramée adorava sua moglie e i suoi bambini, che egli non poteva far altro che vedere di sfuggita dall'alto della muraglia, quando per concedergli quella consolazione paterna e coniugale, essi venivano a passeggiare dall'altro lato del
   Dumas. Venti anni dopo. — i
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