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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 159 --
   Il signor di Beaufort si lamentò; il signor di Chavigny gli fece rispondere che aveva appreso che il cardinale avendo detto alla signora di Vendome che suo figlio era prigioniero al torrione di Vincennes per tutta la vita, aveva temuto che, a quella nuova disastrosa, il suo prigioniero non meditasse qualche tentativo di suicidio.
   Quindici giorni dopo, il signor di Beaufort trovò due file di alberi grossi come i paletti piantati sulla strada che conduceva al gioco della palla ; domandò a cosa servivano ; gli fu risposto che li avevano piantati per fargli ombra appena saranno cresciuti. Anzi un mattino il giardiniere venne a trovarlo, e sotto la parvenza di fargli piacere, gli disse che aveva piantato per lui delle piante d'asparagi. Ora, come ognun sa, gli asparagi impiegano quattr'anni e germogliare, in quel tempo che il giardino era poco perfezionato ne avrebbero impiegati cinque. Quella galanteria mise in furore il signor di Beaufort.
   Allora il signor di Beaufort pensò che era giunto il momento di ricorrere ad uno dei suoi quaranta mezzi, e provò dapprima dal più semplice, che era quello di corrompere La Ramée; ma La Ramée che percepiva per la sua carica di bargello mille cinquecento scudi, stava attaccato fortemente alla sua funzione. Perciò invece di far parte dei progetti del prigioniero, andò di galoppo a prevenirne il signor di Chavigny ; subito il signor di Chavigny pose otto uomini nella camera stessa del principe, raddoppiò le sentinelle e triplicò i posti. Da quel momento in poi il principe non faceva più passo che come i re di teatro, con quattro uomini davanti e quattro di dietro, senza contar quelli che facevano da serra fila.
   Il signor di Beaufort rise molto a bella prima di questa severità cne gli serviva di distrazione. E ripeteva con quanto fiato aveva: « Questo mi diverte, tutto ciò mi dà dello svago ». (Il signor di Beaufort voleva dire: tutto ciò mi diverte ; ma come si sa, non diceva mica sempre tutto ciò che voleva dire. Poi aggiungeva: « D'altronde quando volessi sottrarmi agli onori che voi mi rendete, ho ancora altri trentanove mezzi ».
   Ma tale distrazione divenne alla fine una noia. Per millanteria il signor di Beaufort tenne duro sei mesi; ma in capo a sei mesi, vedendo sempre otto uomini che sedevano Quando egli sedeva, che si alzavano quand'egli si alzava, che si fermavano quand'egli si fermava, cominciò a corrugare le ciglia ed a contare i giorni.