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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 145 --
   XVIII. Il signor di Beaufort.
   Ecco che cos'ora succeduto e quali erano le cause che rendevano necessario il ritorno di d'Artagnan a Parigi.
   Una sera che Mazarino, secondo il suo solito, si recava dalla regina all'ora in cui tutti si eran ritirati, e che passando vicino alla sala delle guardie una porta della quale metteva nelle anticamere, aveva sentito parlare ad alta voce in quelle camere, aveva voluto sapere di qual soggetto si occupavano i soldati, 6'era avvicinato in punta di piedi, siccome era solito a fare, aveva spinta la porta e da quello spiraglio, aveva introdotto il capo e stava in ascolto. Vi era discussione fra le guardie.
   — Ed io vi rispondo, — diceva un soldato, —- che se Coysel predisse ciò, la cosa è sicura come fosse avvenuta. Io non lo conosco, ma ho sentito dire che era astrologo ed anche mago.
   — Diavolo ! mio caro, se è nel numero dei tuoi amici, guardatene bene! tu gli rendi un cattivo servizio.
   — E perchè ?
   — Perchè gli si potrebbe fare un processo.
   — Bah ! in oggi non si abbruciano più gli stregoni.
   — No? mi sembra però che non molto tempo fa il fu cardinale abbia fatto abbruciare Urbano Grandier. Ne so qualche cosa io; ero di guardia alla pira e l'ho veduto arrostire.
   — Mio caro, Urbano Grandier non era uno stregone, era uno scienziato, ciò che è tutt'altra cosa. Urbano Grandier non prediceva l'avvenire. Sapeva il passato, ciò che qualche volta è molto peggio.
   Mazarino crollò il capo in segno d'approvazione, e rimase allo stesso posto, desiderando di conoscere la predizione sulla quale si discuteva.
   —• Non ti dico, — riprese la guardia, — che Coysel non sia stregone, ma sostengo che se pubblica anticipatamente
   duìias. Venti anni dopo. — i
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