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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 143 --
   — Ebbene? — disse Athos, giungendo un quarto d'ora dopo.
   — Ha digià la vostra mano, mio caro Athos, — rispose d'Artagnan ; — e se possiederà pure il vostro sangue freddo, non avrò che a fargli le mie congratulazioni...
   In quanto al giovinetto, egli era un po' confuso. Per aver toccato una volta o due d'Artagnan, sia al braccio che alla corazza, questi se l'era abbottonata venti volte.
   In quel punto entrò Charlot, latore di una lettera urgentissima per d'Artagnan, recata da un messaggero.
   Athos l'osservò colla coda dell'occhio. D'Artagnan lesse la lettera senza alcuna emozione apparente e, dopo averla letta, con un lieve crollare del capo disse :
   — Vedete, mio caro amico, che vuol dire il servizio, e voi avete ragione di non volerlo riprendere: il signor di Tréville è ammalato, ed ecco che la compagnia non può fare senza di me; in modo che il mio permesso è già svanito.
   — Voi ritornate a Parigi? — gli chiese avidamente il conte.
   — Eh, mio Dio ! sì, — rispose d'Artagnan ; — ma non ci venite anche voi?
   Athos arrossì un poco e rispose :
   — Se vi andrò, mi procurerò certamente il piacere di vedervi.
   — Ehi, Planchet! — gridò d'Artagnan dalla porta;
   — noi partiamo fra dieci minuti: date l'avena ai nostri cavalli.
   Indi volgendosi ad Athos:
   — Mi sembra che mi manchi qualche cosa qui, e sono veramente malcontento di dovervi lasciare, senza aver riveduto il buon Grimaud.
   — Grimaud? -— disse Athos. — Ah! è vero; infatti mi sorprendeva che non mi chiedeste sue notizie. L'ho prestato ad uno de' miei amici.
   — Che comprenderà i suoi segni? — disse d'Artagnan.
   — Lo spero, — rispose Athos.
   I due amici si abbracciarono cordialmente. D'Artagnan strinse la mano a Raoul, fece promettere ad Athos di recarsi a trovarlo quando andavano a Parigi, e di scrivergli se non vi si recava, e montò a cavallo. Planchet, sempre esatto, era già in sella.
   — Non venite mica con me? — disse ridendo a Raoul,
   — io passo per Blois.