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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 133 --
   piace il buon vino; voi avete le chiavi delle cantine. Egli dormì molto tempo sul terreno, e non deve epiacergli un letto; provvedete anche a ciò, ve ne prego.
   Charlot s'inchinò e uscì.
   — Charlot è pure un brav'uomo, — disse il conte; — sono ormai diciotto anni che mi serve.
   .— Voi pensate a tutto, — rispose d'Àrtagnan, — e vi ringrazio per Planchet, mio caro Athos.
   Il giovinotto a quel nome sgranò tanto d'occhi ed osservò se era precisamente al conte che d'Àrtagnan parlava.
   — Questo nome vi sembra bizzarro, non è vero, Raoul? — disse Athos sorridendo. — Era il mio nome di guerra, allorché il signor d'Àrtagnan, due bravi amici ed io facevamo le nostre prodezze alla Rocella sotto il defunto cardinale e sotto il signor di Bassompierre, che è puranco morto dopo di lui. Il signore si degna di conservarmi questo nome d'amicizia, ed ogni volta che l'odo il mio cuore ne gode.
   — Quel nome era celebre, — disse d'Àrtagnan, — ed ebbe un giorno gli onori del trionfo.
   — Che volete dire, o signore? — chiese Raoul colla sua giovanile curiosità.
   — Io non lo so, in fede mia, — disse Athos.
   — Vi siete dimenticato il bastione di San Gervasio, Athos, — disse d'Àrtagnan, — e quel tovagliolo di cui tre palle fecero una bandiera? Ho miglior memoria di voi, e me ne rammento e racconterò il fatto a questo bravo giovine.
   E narrò a Raoul tutta la storia del bastione, come Athos gli aveva raccontato quella del suo avo.
   A quel racconto il giovine credette di vedersi spiegare in faccia uno di quei fatti d'armi raccontato dal Tasso o dall'Ariosto, e che appartengono ai tempi incantevoli della cavalleria.
   — Ma ciò che non ci disse d'Àrtagnan, Raoul, — riprese a sua volta Athos, — è che egli era una delle migliori spade del suo tempo; garretti di ferro, polsi d'acciaio, colpo d'occhio sicuro e sguardo di fuoco, ecco ciò che offriva al suo avversario : aveva diciott'anni, tre mesi più di voi, Raoul, allorché lo vidi all'opera per la prima volta contro due uomini sperimentati.
   — E il signor d'Àrtagnan fu vincitore? — disse- il giovinetto, i di cui occhi brillavano durante la conversazione e sembravano implorare dei particolari.