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— Mandate subito a Blois, Raoul ! oppure prendete il vostro cavallo e correte voi stesso.
Raoul s'inchinò.
— Ma dove è la Luigia? — continuò il conte.
— La portai qui, o signore, e l'ho deposta presso la moglie di Charlot, la quale frattanto le fa mettere il piede nell'acqua ghiacciata.
Dopo questa spiegazione che aveva fornito un pretesto per alzarsi, gli ospiti di Athos presero congedo da lui; il solo vecchio De Barbe, che trattava familiarmente in forza di un'amicizia di vent'anni colla casa de la Vallière, andò a vedere la piccola Luigia che piangeva e che, vedendo Raoul, asciugò i begli occhi e sorrise tosto. Allora propose di condurre la Luigina a Blois nella sua carrozza.
— Avete ragione, o signore, — disse Athos, — sarà più presto vicina a 6ua madre; in quanto a voi, o Raoul, sono certo che avete agito da stordito e che sarà colpa vostra.
— Oh no, no, signore, ve lo giuro! — gridò la giovinetta, mentre il giovine impallidiva all'idea che fosse stato forse la causa di quell'accidente.
— Oh, signore, vi assicuro... — mormorò Raoul.
— Ciononostante voi andrete a Blois, — continuò il conte con bontà, — e farete le vostre scuse e le mie con madama di Saint-Remy, indi ritornerete.
I vivi colori ricomparvero sulle guancie del giovine; dopo di aver consultato cogli occhi il conte, riprese nelle sue braccia già vigorose la giovinetta, la cui bella testa addolorata e sorridente nel tempo stesso, si poggiava sulle sue spalle, l'adagiò dolcemente nella carrozza; indi saltando sul suo cavallo coll'eleganza e l'agilità d'un esperto scudiere, dopo di aver salutato Athos e d'Artagnan, si allontanò rapidamente, accompagnando la portiera della, carrozza nell'interno della quale restarono evidentemente fissi i suoi sguardi.