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— Ma io conosco quel giovino, — disse Athos affacciandosi alla soglia della casa.
— Oh sì, signor conte, mi conoscete, ed io pure vi conosco. Sono Planchet, signor conte, ve lo rammentate?
Ma l'onesto servitore non potè dir di più, tanto lo aveva colpito l'aspetto inatteso del gentiluomo.
— Come! Planchet! — esclamò Athos. — Sarebbe qui anche d'Àrtagnan?
— Eccomi, amico, eccomi, caro Athos! — disse d'Àrtagnan balbettando e quasi vacillando.
A quelle parole comparve una visibile commozione sul bel volto e sulla calma fisionomia di Athos. Fece due rapidi passi verso d'Àrtagnan senza levargli d'addosso gli occhi e lo strinse teneramente fra le braccia. D'Àrtagnan, rimessosi dal suo turbamento, lo strinse a sua volta al suo cuore con una cordialità che gli facea brillar le lagrime agli occhi... Athos lo prese allora per la mano che stringeva nelle sue, e lo condusse nel salone ove stavano riunite diverse persone. Tutti si alzarono.
— Vi presento, — disse Athos, — il signor cavaliere d'Àrtagnan, luogotenente nei moschettieri di Sua Maestà, un amico molto affezionato ed uno dei più coraggiosi ed amabili gentiluomini che io abbia mai conosciuto.
D'Àrtagnan, secondo l'uso, ricevette i complimenti di quella comitiva, li contraccambiò alla meglio, si accomodò in mezzo alla riunione,, e mentre la conversazione interrotta un momento si faceva ancora generale, si pose ad esaminare Athos.
Cosa strana! Athos era appena invecchiato. I suoi begli occhi, liberati da quel cerchio color bistro che indica le veglie e le orgie, sembravano più grandi e d'un fluido più puro che mai; il suo volto un poco più allungato aveva guadagnato in maestà ciò che aveva perduto d'agitazione febbrile ; la sua mano sempre ammirabilmente bella e nerboruta, malgrado la morbidezza delle carni, risplendeva sotto un manichino di -merletti, come certe mani di Tiziano e di Van Dick, egli era più svelto di una volta, le sue spalle, larghe e ritte, annunciavano un vigore poco comuni, i suoi lunghi capelli neri, mescolati appena a qualche capello grigio, cadevano elegantemente sulle sue spalle, ondulati come per una piega naturale; la voce era sempre limpida come se non avesse avuto che venticinque anni, ed i suoi denti magnifici, che aveva conservati bianchi ed intatti, davano una grazia inesprimibile al suo sorriso,