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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 116 --
   — Normanno, di razza mieta Meklemburghese : andrebbe giorno e notte.
   — Ecco quanto ci occorre. Tu farai ben nutrire le tre bestie; forbirai o farai forbire le mie armi; di più, delle pistole per te ed un coltello da caccia.
   — Noi dunque viaggeremo, monsignore? — disse Mousqueton con aria inquieta.
   D'Artagnan, che aveva fino a quel punto battuto adagio, suonò allora una marcia.
   — Meglio ancora, Mouston ! — rispose Porthos.
   — Intraprendiamo una spedizione, signore ? — domandò l'intendente, cui le rose delle sue guancie si cangiarono in gigli.
   — Rientriamo in servizio, Mouston ! — riprese Porthos, tentando sempre di far riprendere a' suoi mustacchi quella piega marziale che avevano perduta.
   Appena pronunciate queste parole, Mousqueton fu preso da un tremito generale che scuoteva le sue grosse guance marmoree, guardò d'Artagnan con aria indicibile di tenero rimprovero che l'ufficiale non potè affrontare senza sentirsi intenerito. Indi vacillò e disse con voce soffocata :
   — Servizio! servizio nelle armate del re?
   — Sì, e no. Torniamo in campagna, andiamo in traccia d'ogni sorta d'avventure; infine riprendiamo la vita d'una volta.
   Quest'ultima parola colpì Mousqueton come la folgore. Era quell'una volta così terribile che faceva il presente così dolce.
   — Oh, mio Dio, che sento? — disse Mousqueton con uno sguardo più supplichevole del primo, rivolto a d'Arta-gnan.
   — Che volete, mio povero Mouston, — disse d'Artagnan,
   — la fatalità...
   Malgrado la precauzione presa da d'Artagnan di non dargli del tu, e di dare al suo nome la misura che desiderava, Mousqueton ricevette nullameno il colpo nel cuore, e quel colpo fu tanto terribile che uscì tutto sconvolto, dimenticandosi di chiudere la porta.
   — Questo buon Mouston non può stare in sè dalla gioia !
   — disse Porthos col modo che Don Chisciotte avrà impiegato per incoraggiare Sancio ad insellare il suo asino per un'ultima campagna.
   I due amici rimasti soli ei misero a parlare dell'avvenire ed a fare mille castelli in aria. Il buon vino di Mousque-