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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 110 —
   — Sotto l'altro cardinale, — continuò d'Artagnan, — noi non abbiamo saputo approfittare della fortuna ; eppure era quella l'occasione buona; non dico questo per voi che avete le vostre quaranta mila lire di rendita, e che mi sembrate l'uomo più felice della terra.
   Porthos sospirò.
   — Cionondimeno, — continuò d'Artagnan, — a dispetto delle vostre quaranta mila lire di rendita, e forse per causa delle medesime, mi pare che una piccola corona starebbe bene sulla vostra carrozza. Non è vero?
   — Ma sì, — rispose Porthos.
   — Ebbene, mio caro, guardatela; essa sta sulla punta della vostra spada. Noi non ci nuoceremo. Il vostro scopo è un titolo, il mio è dell'oro. Mi basta guadagnare tanto da far ricostruire Artagnan che i miei antenati, fatti poveri dalle crociate, da quel tempo in poi hanno lasciato andare in rovina, e per acquistare una trentina di jugeri di terra all'intorno; allora mi ritiro colà e muoio tranquillo.
   -— Ed io, — disse Porthos, — voglio esser barone.
   — Lo sarete.
   E non avete voi pure pensato agli altri nostri amici? — gli chiese Porthos.
   — Infatti, ho veduto Aramis.
   — E cosa desidera egli, di farsi vescovo?
   — Aramis, — disse d'Artagnan, che non voleva levar l'incanto a Porthos; — Aramis, immaginatevi mio .caro, egli si è fatto monaco e gesuita, e vive come un orso; rinuncia a tutto non pensa che alla salute eterna. Le mie offerte non hanno potuto deciderlo.
   — Tanto peggio per lui, — disse Porthos. — Ed Athos?
   — Non l'ho ancora veduto, ma partendo da voi andrò a cercarlo. Sapete dove potrò trovarlo?
   — Vicino a Blois, in una piccola terra che ha ereditato da non so qual parente.
   — Come si chiama?
   — Bragelonne. Comprenderete, mio caro, Athos che era nobile come l'imperatore e che eredita una terra che ha il titolo di contea! che ne farà di tante contee? Contea di La Fere, contea di Bragelonne...
   — E notate che non ha bambini, — disse d'Artagnan.
   — Toh ! — fece Porthos, — ho inteso dire che aveva adottato un giovinetto, che gli assomigliava moltissimo.
   — Athos, il nostro Athos; che era virtuoso come Scipione! — esclamò d'Artagnan, — l'avete riveduto?