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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Quanto a Planchet egli non pensava a nulla, egli digeriva.
   Al margine del bosco d'Artagnan vide il cammino indicatogli, ed in fine alla strada le torri di un immenso castello feudale.
   — Oh ! oh ! — mormorò egli, — mi sembra che quel castello appartenesse all'antico ramo d'Orléans. Avrebbe Porthos trattato col duca di Longueville?
   — In fede mia, signore, — disse Planchet, — ecco delle terre molto ben tenute; e se esse appartengono al signor Porthos, gliene farò i miei complimenti.
   — Canchero ! —disse d'Artagnan, — non chiamarlo Porthos, e neppure du Vallon; chiamalo de Bracieux, o de Pierrefonds. Faresti fallire la mia ambasciata.
   Di'mano in mano che si avvicinava al castello che aveva al momento fissato il suo sguardo, d'Artagnan comprendeva 'come non doveva essere là che poteva abitare il suo amico ; le torri, sebben solide in modo che sembravano innalzate da pochi giorni, erano aperte e come sventrate. Si sarebbe detto che qualche gigante le avesse spaccate a colpi di accetta.
   Giunto all'estremità della strada, d'Artagnan si provò a dominare un'amenissima vallata, in fondo alla quale si vedevano giacere ai piedi di un bellissimo laghetto alcune case sparse qua e là e che sembravano, umili e coperte le une di tegole e le altre di paglia, riconoscere per signore feudale un bel castello innalzato verso il principio del regno di Enrico IV, sormontato da banderuole signorili.
   Questa volta d'Artagnan non dubitò punto di essere di fronte alla dimora di Porthos.
   La strada conduceva direttamente a quel grazioso castello, che era rispetto al suo cuvio il castello della montagna, ciò che un damerino della combriccola del signor Duca d'En-ghien sarebbe stato di fronte ad un cavaliere in armatura di ferro al tempo di Carlo VII; d'Artagnan pose il suo cavallo al trotto e proseguì il cammino; Planchet regolò il passo della cavalcatura a norma di quella del suo padrone.
   Da lì a dieci minuti d'Artagnan si trovò all'estremità di un viale regolarmente fiancheggiato da alti pioppi, e che metteva ad un cancello di ferro con le sbarre a lancia traversali e verticali dorate. In mezzo al viale vi* era una specie di signore, che montava a cavallo su d'un forte cavallo intero ; il cavaliere era vestito di verde ed era dorato come