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   e ji piacere di servirci del vino di Spagna e di ritirarvi nella vostra stanza. D'altronde il mio amico d'Artagnan ha qualche cosa di segreto da comunicarmi, non è vero d'Ar-ta gnan?
   D'Artagnan fece un segno affermativo col capo, e Bazin eÌ ritrasse dopo aver posto il vino di Spagna sulla tavola.
   X due amici rimasti soli, restarono un momento silenziosi l'uno in faccia all'altro. Aramis sembrava attendesse di far buona digestione. D'Artagnan preparava il suo esordio. Ciascheduno, quando l'altro non guardava, arrischiava una occhiata furtiva.
   Aramis ruppe per primo il silenzio.
   XI.
   Le due volpi.
   — A che pensate, d'Artagnan? — disse Aramis : — quale pensiero vi fa sorridere?
   — Penso, mio caro, che allorquando eravate moschettiere avevate sempre la smania di farvi abate, e che oggi che siete abate mi sembra che tendiate molto a tornare moschettiere.
   — È vero, — disse Aramis ridendo. — L'uomo, voi lo sapete, mio caro d'Artagnan, è uno strano animale, tutto composto di contraddizioni. Dacché sono abate non sogno altro che battaglie.
   — Lo si vede dal vostro mobiglio ; voi avete là delle spade di ogni forma e per ogni gusto più esigente. Maneggiate sempre bene la 6pada?
   — Eh, tiro come voi tiravate in passato e forse meglio. Non faccio altro tutto il giorno.
   — E con chi?
   — Con un eccellente spadaccino che abbiamo qui.
   — Qui?
   — Sì, qui in questo convento, mio caro. Vi è di tutto in un convento di gesuiti.
   — Allora voi avreste ucciso il signor di Marsillac se fosse venuto ad attaccarvi solo invece di venire alla testa di venti uomini ?