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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   V
   — 85 —
   l'anima mia se avessi ancora accolta la perversa compagnia di un ufficiale dei moschettieri.
   g _ Ok signore! — esclamò Batfin colle mani giunte ed
   in atto supplichevole
   _ Suvvia non fate 1 ipocrita! sapete bene che non mi
   niace. Fareste meglio ad aprire la finestra, e mandare abbasso'un pane, un pollo ed una bottiglia di vino al vostro amico Planchet, che si affanna da un'ora a batter le mani.
   Infatti Planchet dopo aver dato la paglia e l'avena ai suoi cavalli, era tornato sotto la finestra ed aveva ripetuto due o tre volte il segnale convenuto. Bazin obbedì, attaccò ad una corda i tre oggetti indicati e li calò a Planchet che, non chiedendo di meglio, si ritirò tosto sotto la tettoia.
   _. Ora ceniamo, — disse Aramis.
   I due amici 6Ì posero a tavola, ed Aramis incominciò a trinciare polli, pernici e prosciutti con una destrezza del tutto gastronomica.
   — Corbezzole! — disse d'Artagnan, — come vi mantenete bene!
   — Sì, abbastanza bene; per i giorni di magro ho delle dispense da Roma che mi fece avere il signor coadiutore per ragioni di salute ; poi ho preso per cuciniere l'ex cuoco di Lafollone, lo conoscete? l'antico amico del cardinale, quel famoso ghiottone che diceva per preghiera dopo pranzo: « Dio mio, fatemi grazia di ben digerire ciò che ho sì ben mangiato ».
   — Cosa che non gli ha impedito di morir d'indigestione,
   — disse ridendo d'Artagnan.
   — Che volete, — riprese Aramis con aria rassegnata, — non si può prevedere il proprio destino!
   — Ma scusate mio caro, della domanda che sto per farvi,
   — riprese d'Artagnan.
   — Vi prego, fate pure, sapete bene che tra di noi non vi possono essere indiscrezioni.
   — Dunque voi siete diventato ricco?
   — Oh, mio Dio, no ! ho il reddito di circa una dozzina di mille lire all'anno, senza contare un piccolo beneficio di un migliaio di scudi che mi fece avere il signor Principe.
   — E... da cosa proviene questo reddito di dodicimila lire? — disse d'Artagnan; — dai vostri poemi?
   _— No, ho rinunciato alla poesia, eccetto che per fare di quando in quando qualche canzoncina per un brindisi*